
Giustizia, Mennuni (FdI): “No a indulto, carceri vanno ampliate e certezza della pena è necessaria”
Per l’approfondimento politico post elettorale su Riformista Tv, Aldo Torchiaro a Sotto Torchio intervista la senatrice di Fratelli d’Italia Lavinia Mennuni. L’argomento principe della giornata è il centesimo anniversario della Marcia su Roma, ricorrenza evocativa.
“Una fase storica – commenta Mennuni – che appartiene al passato. Ci separano 100 anni da quella giornata e da quell’epoca ma ora bisogna rivolgere la nostra attenzione al futuro, un tempo che sarà complesso che richiederà un grosso impegno per le sfide eccezionali che nasconde”.
È stato fatto notare il passaggio di Giorgia Meloni durante il discorso alla Camera e al Senato su quel determinato fatto storico e la condanna della leader di FdI alle leggi razziali “per la nostra generazione qualcosa di assolutamente lontano e incomprensibile” aggiunge Mennuni.
Già alla vigilia dell’anniversario però in giro per la capitale sono apparsi manifesti nostalgici non autorizzati di quella pagina della nostra storia, fatto aspramente condannato dal sindaco Gualtieri. Mennuni, forte della sua esperienza, oltre che di senatrice anche amministrativa, dichiara distaccata: “Qualsiasi manifesto abusivo non deve essere affisso”. Manifesto abusivo si, sottolinea Torchiaro, ma abusivo della Storia, “è giusto che il sindaco debba seguire i regolamenti dell’amministrazione” conclude didascalica Mennuni.
Tornando alla più stretta attualità, a poco più di un mese dalle ultime elezioni politiche, la politica si è rimessa in marcia, non su Roma stavolta, ma per dare un governo all’Italia. “Credo che sia incredibile – commenta Mennuni – che ci sia ancora qualcuno che esprima ancora perplessità dinanzi a un premier donna che ha costituito un esecutivo in tempi record, chiamato per questo ‘governo lampo’, ora sono pronti a lavorare”. E aggiunge: “Credo che nei primissimi giorni della prossima settimana avremo anche le varie posizioni di viceministri, sottosegretari e quindi di presidenti e vicepresidenti delle commissioni di Camera e Senato così da poter entrare veramente in media res (nel vivo ndr.)”.
Quindi ad inizio settimana prossima ci saranno i sottosegretari, incalza Torchiaro, nonostante il ponte a cui andiamo incontro? “So che stanno lavorando per questo. Ho apprezzato molto, da madre di famiglia, Giorgia Meloni che ha trascorso un fine settimana tra la celebrazione della campanella, il primo consiglio dei Ministri la domenica. Insomma – conclude – l’intendimento di non sprecare un minuto vista la criticità della situazione è dimostrato dall’attivismo che sta dimostrando questo governo”.
Aborto e legge 194, la posizione della senatrice è “per la tutela della vita che a mio modo di vedere – spiega – è sin dal concepimento. Credo quindi che sia fondamentale che si operi per mettere le donne che debbono vivere una condizione di difficoltà enorme per favorirle da uno Stato amico, come dice la prima parte della 194 che sappiamo non è mai stata applicata”. “Noi – prosegue la senatrice – abbiamo il tasso di natalità più basso d’Europa e quindi abbiamo l’esigenza e di porla come priorità dell’agenda istituzionale”.
Su come si tradurrà questo impegno, con assegni più cospicui per le madri o asili nido gratuiti, Mennuni risponde che “le politiche che sono state effettuate a livello francese, a sostegno della natalità e a sostegno dell’inserimento delle donne nel mondo del lavoro hanno portato al maggiore tasso di natalità insieme al maggiore tasso di donne nel lavoro”. “Noi invece abbiamo un gap che va colmato. Sì, gli assegni per la maternità vanno incrementati – soprattutto a fronte di difficoltà o disagi economici, come quello che succede a molte famiglie – soprattutto perché una nazione che fa figli è una nazione che prospera, destinata ad arricchirsi. Una nazione che non fa figli è destinata a impoverirsi. Chi è che pagherà il welfare se non abbiamo una crescita da questo punto di vista? Noi dobbiamo aiutare i giovani, sostenere coloro che hanno il coraggio di mettere su famiglia. Il nostro governo farà tutto ciò che serve per sostenere i genitori”.
“E alla Mennuni giurista”, prosegue Torchiaro, “chiedo: che ministro sarà Carlo Nordio?”.
“Io sono convinta che Carlo Nordio compirà un lavoro importante”, risponde Mennuni. “Ha sicuramente un piglio molto decisionista, abbiamo purtroppo anche lì una situazione incredibile se pensiamo che i nostri processi hanno una durata straordinaria che non aiuta l’ingresso di imprese internazionali che possono portare ricchezza all’Italia, anche questa è una priorità, favorire una semplificazione dei procedimenti perché è inverosimile che ci siano attese immense in questo ambito”.
“La condizione dei detenuti”, prosegue Torchiaro, “ne ha accennato Giorgia Meloni, è un problema?”.
“Assolutamente sì”, è la risposta di Mennuni. “C’è il tema delle carceri, della popolazione carceraria che vive in condizioni di estrema difficoltà, c’è bisogno dell’ampliamento delle stesse”.
“E la funzione rieducativa della pena?”, domanda Torchiaro.
“E’ uno dei grandi pilastri della nostra giustizia”, spiega Mennuni. “Così come lo è anche la certezza della pena, che vuole dire garantire che la cittadinanza abbia un senso anche di sicurezza. Quanti casi abbiamo avuto, torno alla donna qui – io ho seguito per anni casi di violenza di genere – ebbene, noi abbiamo la responsabilità di garantire che chi abbia commesso dei reati ignobili – purtroppo ci sono stati moltissimi casi dove ciò non è accaduto – scontino la loro pena, perché possono tornare a generare situazione di pericolo irrecuperabili. Il tema della certezza dalla pena è uno di quelli in cui dobbiamo tornare ad operare”.
“Le condizioni nelle carceri, però, sono disumane”, ribatte Torchiaro. “Non pensa sia arrivato il momento di un’amnistia? di un indulto?”
“Penso che sia necessario ampliare le carceri, renderle più vivibili”, risponde Mennuni. “Però noi crediamo che il tema fondamentale sia questo, garantire questo senso di sicurezza a livello nazionale che purtroppo, glielo posso assicurare che la richiesta prevalente dei cittadini era: noi abbiamo paura (parlo di una ragazza violentata su un autobus nel centro storico, a Roma, nella Capitale. Quindi noi abbiamo veramente l’esigenza di garantire la certezza della pena unitamente al rispetto della persona umana e del detenuto”.