Riformista Tv
Sotto Torchio - 16 Maggio 2022

Università Europea, Gambino su PNNR: “Rischio che amministrazioni locali ci buttino dentro vecchi progetti”

La settimana di approfondimenti con la rubrica Sotto Torchio condotta dal giornalista Aldo Torchiaro su Riformista Tv incomincia con il professore Alberto Gambino, Prorettore dell’Università Europea di Roma.

Parliamo di un’università che nel nome porta “Europa” e “Roma”. Spiega Gambino: “Non è casuale che il nome della città sia presente nell’intestazione. Riteniamo che nella formazione dei nostri studenti dobbiamo recuperare le radici storiche delle civiltà plurimillenarie. E Roma rappresenta tutto questo”. Su Europa prosegue: “Nel 2005 era il futuro. Oggi si confida che sia il presente”.

Nella missione dell’ateneo c’è quello di formare la futura classe dirigente. Se serva dunque una classe dirigente strutturata dal punto di vista giuridico ed economico al fine di colmare quel grande vuoto in Italia, dove non esiste un’ENA – Scuola nazionale d’Amministrazione – come in Francia. “Oggi la formazione del politico passa per le competenze. Un po’ di tempo fa non era così. C’erano robusti partiti con consulenti ed intellettuali. I politici facevano sintesi, avvalendosi di tecnici. Oggi questo meccanismo è saltato. La selezione si fa o perché si è specializzati in un settore o perché si è cooptati”.
L’invito del prorettore a quei ragazzi che vogliono avvicinarsi alla politica: “Devono avere le spalle coperte. Devono avere un bel titolo di studio. Già magari una professione, un mestiere. E a quel punto possono permettersi il lusso della politica. Sono così liberi. No, il contrario”.
Il prorettore Gambino prosegue sui giovani: “I ragazzi di oggi sono molto più curiosi di quelli di ieri, avendo una valanga di informazioni. Il problema però è che restano in superficie. Si appagano. Mai appagarsi”.

L’intervista devia sull’agenda politica. Se Mario Draghi stia diventando un leader politico:
“Mario Draghi è sempre stato un leader politico. Non faceva il tecnico. Abbiamo avuto tante altre personalità che hanno incarnato il ruolo di premier, e forse di presidente della Repubblica, che erano più tecnici. Draghi è sempre stato politico, dove politica non significa per forza partito. Politica è governo dell’economia”.

Dunque, chiamando in causa Draghi, sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza se stiamo già in ritardo sulla tabella di marcia, soprattutto con riferimento agli enti locali e al Mezzogiorno: “Questo è il tema dei temi. Abbiamo fretta. Dobbiamo utilizzare questi fondi in un tempo straordinario. Purtroppo, lo Stato funziona a livello di amministrazioni centrali. Alcuni enti locali sono straordinari. Tanti altri no. Siccome questo è un progetto diffuso, bisogna vedere dove va a ricadere. Se su quell’amministrazione virtuosa con competenze e capacità, con capacità lineari di aggiudicazione di quei denari, oppure se su amministrazioni che con quei denari prendono dai cassetti vecchi progetti, magari già approvati, buttandoli nel PNNR”.

Con il prorettore Gambino si discorre poi di televisione: sull’esistenza di un circo mediatico e contemporaneamente di professionisti con competenze ai quali non viene data voce. Gambino: “Partiamo dall’idea che l’audience ha sempre il privilegio. Orsini probabilmente suscita attenzione. Poi, dal momento che come Università Europea abbiamo dei docenti molto seri che con competenze entrano in quegli argomenti, certo magari fanno meno audience. L’informazione va data tutta. Oggi i nostri ragazzi si informano altrove. Non prendono quelli che erano i nostri prodotti editoriali. Non leggono i nostri giornali. Non vedono la nostra televisione. Nei prossimi anni anche l’ospite star non riuscirà ad andare avanti nel mercato degli spettatori”.

Si conclude discorrendo a proposito del tema giustizia e dell’appuntamento referendario, il prossimo 12 giugno: “Il tema antico della separazione delle carriere e delle funzioni dà un po’ il senso di recuperare una piena terzietà del giudice rispetto a chi esercita l’azione penale. Come l’avvocato, anche il pubblico ministero dovrebbe essere distinto e distante dal giudicante”. Dunque, la questione: “C’è un tema enorme di etica pubblica. Tutte le soluzioni sul tappeto sono sempre perfettibili. Sull’etica pubblica, noi come Università diciamo che non ci servono solo le competenze tecniche ma, in fondo, anche delle brave persone. Oneste, lineari, oneste che sappiano risolvere i problemi in team. Questo è un tema di etica pubblica. Tante volte ci sono pm che hanno fatto il magistrato, e viceversa. Eppure, ineccepibili. Altri, magari distanti anni luce, con intercettazioni e connivenze. Ricordiamoci sempre che dentro le amministrazioni pubbliche la ‘moralità’, parola scomoda, ha un importante ruolo”.

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