Montino (Pd): “Il Partito Democratico ricominci dai territori. Con Letta ha raggiunto il punto più basso: dovrebbe dimettersi il prima possibile”
Ospite del Riformista Tv, intervistato da Aldo Torchiaro per la rubrica Sotto Torchio, c’è Esterino Montino, tra i fondatori del Partito Democratico, sindaco di Fiumicino ex presidente della regione Lazio, che parlerà del Pd di oggi, dopo il fallimento della campagna elettorale.
Il Pd di oggi lo definirei un Pd sbandato, senza linea, al di là dei programmi, che sono irriconoscibili. Una situazione che si è aggravata anche per gli errori di comunicazione di Enrico Letta. Noi siamo andati in campagna elettorale con un retroterra estremamente pesante. Lo dimostra anche l’atto dirompente di Zingaretti che si dimise (dicendo io mi vergogno di questo partito). Con Letta la situazione è peggiorata: c’è una macchina organizzativa che non funziona più, un sistema di potere legato a certi personaggi che non va. Questi elementi vengono percepiti, si fa una difficoltà grandissima sul territorio, anche nel fare la campagna elettorale. Ci sono territori e territori naturalmente. Ci sono posti dove vinciamo con grande tenacia anche per due volte di seguito perché c’è una riconoscibilità: hai la prossimità, ti conoscono…ma in generale il Pd ha perso il rapporto di prossimità. Perché l’unica vera forza del Pd sono gli enti locali. E’ lì che vinciamo. Va male a livello nazionale e continua ad andare male da vent’anni a questa parte.
“Letta dovrà lasciare il Nazareno? – chiede Aldo Torchiaro – Sta temporeggiando?”
“Mah, per una serie di ragioni lui pensa di traghettare il Pd verso il Congresso. Traghettare vuol dire he nella fase di formazione del governo significa trovare un accordo, essere al centro di una tavola rotonda per risolvere i problemi. E secondo me, dopo una sconfitta del genere, questa figura non può essere Letta. La sconfitta di oggi è peggiore di quella del 2018, siamo davanti al punto più basso. E di fronte ad una cosa del genere il gruppo dirigente si deve presentare dimissionario. Bisogna creare le condizioni perché da subito vi sia un’interruzione di questo governo del partito e poi ricominciare da capo, che significa ricominciare dai territori, riprendere il contatto con i territori e ripartire esclusivamente da lì.
“In concreto cosa vuol dire ripartire dal territorio?”, domanda Torchiaro.
“Mah, ad esempio come diceva Prodi, noi abbiamo sperimentato durante il lockdown da Covid forme nuove di coinvolgimento, anche a distanza, compreso quello di sentire l’umore della base, sentire come la pensa il nostro elettorato su determinati argomenti. Noi dobbiamo partire con una campagna di coinvolgimento a tappeto con assemblee, a distanza, con tutti gli strumenti a disposizione. Dopodiché tirare le somme”.
“A gennaio ci sono le regionali nel Lazio…”, interviene Torchiaro
“Come data noi abbiamo la scadenza il 21 gennaio, a marzo abbiamo la Lombardia (la più grossa regione d’Italia). Non vorrei che questo inducesse qualcuno a dire vabbè, il congresso lo facciamo quest’estate, perché è necessario agire celermente.
Leggiamo l’articolo di Cuperlo del Riformista, sono diversi i nomi che si stanno facendo adesso.. da Elly Schlein, Matteo Ricci, Bonaccini, oggi prende perfino corpo l’idea di Nardella. Sono candidature che hanno un peso, anche molti sindaci…”
“I sindaci hanno un rapporto vincente in territori anche abbastanza complessi. Il tema oggi è quello di cominciare un ripensamento complessivo, di messa insieme di tutte le forze, comprendere le ragioni delle sconfitte. Alla fine di questo processo bisognerà capire come rifondare il partito. Solo a quel punto faremo una sintesi se candidare un uomo o una donna”.