Sotto Torchio - 5 Agosto 2022

L’incredibile storia di Antonio Velardo innocente in tribunale ma colpevole per la rete

Per la rubrica Sotto Torchio su Riformista Tv Aldo Torchiaro racconta un caso di mala giustizia e cattiva informazione che fotografa la palude italiana in cui si trovano i giovani che vogliono fare impresa. Il protagonista di questa vicenda è Antonio Velardo.
Imprenditore italo-americano ha vissuto in diversi Paesi ha sviluppato il business vacanziero dei resort di lusso finché non ha pensato di investire in Calabria. “Nel 2006 vivevo in Irlanda dove facevamo le fiere per vendere case vacanza a Capo Verde, poi ho deciso di mettermi in proprio avendo individuato Brancaleone come luogo dove poter costruire un resort vista mare e abbiamo deciso di fare un accordo per commercializzare”
Entriamo nei particolari di una vicenda che Sciascia avrebbe definito una storia semplice. Antonio Velardo arriva infatti ad essere indagato, spiccano un mandato d’arresto quando si trova negli Usa passando anche un periodo da latitante poi però le accuse cadranno. Il castello accusatorio della procura di Reggio Calabria guidata da Nicola Gratteri mostra le sue fragili fondamenta.
Velardo si sottrae all’arresto non trovandosi in Italia ma nel corso delle indagini viene provata la sua innocenza riuscendo a ottenere una sentenza assolutoria e torna innocente ma le sue attività vengono spianate e la sua reputazione da imprenditore è letalmente danneggiata.
“Tutti i beni che avevo non c’erano più e tutt’ora vengo visto come riciclatore di soldi. Al tempo il proprietario ci aveva tenuto nascosti i suoi precedenti che non erano però associazione mafiosa. Ma soprattutto i soldi del resort venivano dai clienti non da altre provenienze”.
Velardo ha trovato un muro di burocrazia e di diffidenza e mentre si stavano completando i lavori il resort “è stato confiscato e sono arrivati i mandati di arresto che ci hanno visti assolti al contrario del costruttore”.
“L’accusa era riciclaggio di denaro ma era un accusa, come ha sostenuto la cassazione, priva di fondamento perché i soldi venivano dai clienti, riconducibili grazie a bonifici collegati a contratti”.
Tutto questo porta comunque ad un mandato di cattura internazionale che ferma un’attività che avrebbe portato soldi in una terra notoriamente priva di investimenti come quella del crotonese. Quando Velardo viene raggiunto dal mandato di cattura è in Florida, negli Usa. “La mia preoccupazione è quella di essere arrestato in America e non poter più rientrare per problemi di immigration e decido di partire in barca per il Belize dopo 15 giorni di navigazione, successivamente verso le Bahamas per poi finire nella Repubblica Dominicana dove mi fermo per due anni circa”.
“Tutta la mia vita è stata sconvolta. Il motivo per cui ero scappato è che le accuse erano vaghe, così il mio avvocato prende tempo per arrivare in Cassazione e chiedere la revoca della misura, poi accettata. Se nel frattempo fossi stato arrestato non avrei potuto più seguire i miei business”
La giustizia va avanti e per fortuna perché conosciamo molti casi dove gli imputati rimangono ‘appesi’ in attesa delle sentenze, invece dopo due anni in primo grado Gratteri riconosce una sua certa ‘impulsività’ iniziale e scarica Velardo dalle accuse.
Sui suoi conti regolarmente dichiarati in svizzera molti quotidiani hanno scritto, non capendo bene le carte, dopo che una fonte anonima rivela a un consorzio di giornalisti l’esistenza conti bancari nel Credit Swisse. Tra questi qualcuno avrebbe operato in maniera illecita indicando anche quello di Velardo.
“Tutte le informazioni del conto erano a conoscenza dei magistrati che l’avevano analizzato e invece i giornalisti che ne hanno parlato hanno scritto che c’era stato la volontà di tenere nascosto il conto, cosa smentita con i documenti, e ora mi dipingono come quello che lavava i soldi della ‘ndrangheta ed è riuscito ad essere assolto perché la banca mi ha protetto. Questa bugia mi ha distrutto”.
Per uscire da questa tempesta di fango Velardo stampa i rendiconti bancari e li mette a disposizione dei consorzi investigativi. Spiego tutta la vicenda e racconta di essere stato assolto dallo stesso Nicola Gratteri, nonostante questo ogni giorno viene crocifisso in rete.

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