
Giletti in Russia, parla Seminara (Non è l’Arena): “Facciamo bene ad ascoltare le voci degli aggressori”
Per l’approfondimento quotidiano di Sotto Torchio con Aldo Torchiaro su Riformista Tv si parla di televisione con Giulio Seminara, giornalista di Non è l’Arena di Massimo Giletti in onda su La 7.
Proprio il programma è diventato l’argomento del giorno. Seminara racconta: “Dopo essere andato in Ucraina, Giletti è andato in Russia. Tante polemiche su questa trasferta”. Ribadisce: “Sono dell’idea che in certi posti si debba andare”.
La questione è questa: andare dove e come, perché le interviste sul campo di Giletti non erano del massimo livello istituzionale. Prosegue Seminara: “Giletti ha parlato con la portavoce di Lavrov, Maria Zakharova. Parliamo della regina madre della comunicazione russa in questi mesi. Gioca quindi un ruolo apicale. Con lei Giletti ha avuto un dibattito aspro e conflittuale. Quindi si decida se ha fatto passare la propaganda filo-russa o presentato i dubbi dell’Occidente”.
Sul giallo in diretta dello svenimento del conduttore, Seminara: “Dalla telecamera fissa dello studio di Roma ho proprio visto il mancamento del conduttore. Se l’è vista brutta. È stato male per davvero, nessuna simulazione. Ha voluto però proseguire. È un grande lavoratore, un grande professionista”.
Che cosa è accaduto: “Gli hanno misurato la pressione in diretta. Non aveva problemi di pressione. Sono state per lui giornate piene di stress. Aveva bevuto e mangiato poco. La puntata era impegnativa. E poi la serata di Mosca era molto fredda. Nel mio piccolo rivendico la possibilità di un giornalista di andare in Russia e fare le domande”.
In generale, che cosa sta accadendo all’informazione italiana anche rispetto all’interesse crescente da parte del Copasir proprio sulle ospitate televisive. L’autore: “Non è l’Arena, come tanti altri talk show in questi mesi, ha deciso di ascoltare anche la Russia. La domanda è se dobbiamo ascoltare le ragioni dell’aggressore oppure dobbiamo scontrarci anche da un punto di vista culturale e politico? Facciamo bene ad ascoltare le voci della Russia. Con trasparenza, non ci sono agenti infiltrati nel programma, non c’è una regia putiniana. Ci sono ospiti che dicono la loro, che da Giletti in primis vengono contestati e demistificati. Questa è informazione. È dibattito”.
Altro capitolo, l’intervento-sfogo di Alessandro Sallusti che Giulio Seminara ha seguito in diretta. “Per le tesi che propone di oppugnare, sarebbe stato meglio per lo stesso Sallusti stare in studio e operare in un’opera di critica rispetto a quanto ascoltato dalla zarina della comunicazione russa. Fare questa scena e andarsene ha indebolito le ragioni occidentali – Prosegue – è stata una scena forte che ha indebolito il dibattito anche in studio”.
Se il Copasir possa imporre ai programmi chi invitare e chi no: “Impensabile fare una lista dei buoni e dei cattivi. Queste liste si stanno facendo dall’inizio della guerra. Sono liste ambigue. Su importanti quotidiani ho visto foto come quelle dei banditi nel far-west di storici e politici che giustamente hanno un parere contrario. Come ad esempio Cacciari, più moderato, o Santoro che non si può definire putiniano. Questo è un discorso pubblico da derby, molto nervoso. Non è maccartismo ma non possiamo dare del venduto o corrotto a quelli che sventolano la bandiera della pace. Decidiamo se non dobbiamo parlare più con la Russia. È questo il vero tema”.