Sotto Torchio - 13 Settembre 2022

Elezioni, Paolo Franchi: “Il vero problema del Pd è che non è più un partito”

Ospite per il Riformista Tv il giornalista Paolo Franchi che ci regala un commento su questa campagna elettorale. Tanti i temi trattati, dalla situazione del Pd alla possibilità di Meloni prima donna premier in Italia.

“Quella che stiamo vivendo è una campagna elettorale falsata nella sua dinamica politica, visto che l’esito viene dato già per scontato. Si sente parlare spesso anche di errori di comunicazione del Pd, di Letto, ma anche qui il discorso è molto più complesso e bisogna fare due discorsi diversi. C’è da fare il discorso sui 5 Stelle e c’è da fare un discorso su Calenda, Renzi ecc. E’ curioso che si sia arrivato a questo esito del PD solitario con qualche contorno, insomma, e. Dopo mesi, mesi e mesi che, senza declinare il concetto in alcun modo, beh si era parlato pressoché unicamente di campo largo. Il campo, con la crisi del governo Draghi è venuto meno perché i 5 Stelle sono responsabili della caduta del governo. E l’idea sola di rimettere insieme quella che una volta i francesi chiamavano la Gauche plurielle, la sinistra nuova, articolata, pluralistica, è un lavoro serissimo, politico, culturale, sociale”.

Torchiaro: “C’è chi dice l’asse Conte Salvini è quello più forte, un’asse d’acciaio, saresti d’accordo?”

Franchi: “Beh, insomma, certo, a parte che hanno fatto un governo insieme con un signore Conte che in realtà non era né dell’uno né dell’altro e lui stesso rivendicava una sua sorta di terzietà rispetto a questo schieramento, ci sono dei momenti topici in cui non so se ci sia l’asse, però, insomma, sembrano in qualche modo giocare, giocare di sponda. Poi ecco l’aspetto dell’uomo misterioso che diventa Presidente del Consiglio, l’onestà di due coalizioni opposte, beh, uno che voglia aprire una discussione può partire da questo. Io ricordo, da vecchissimo giornalista parlamentare, quando uscì il nome di Conte per il governo Giallo-Verde, una valanga di disperazione, numerosi colleghi, non solo del Corriere giovani, più giovani di me, eh, mi telefonavano chiedendomi “ma sto Conte, tu l’hai mai sentito dire?”. E io dissi Conte, dico no. Poi sì, mi so bene che era stato indicato da Di Maio tra i suoi ministri. Insomma, il leader politico senza profilo politico che può passare da un profilo orientato verso destra a uno orientato verso la sinistra radicale, è abbastanza nuovo, insomma”.

Torchiaro: “Ma nella crisi di sistema a cui accennavi e diciamo nella società più che liquida, quasi gassosa, dove tutti i punti di riferimento così vanno, vengono, scompaiono, con Conte che diventa da alleato di Salvini a campione del progressismo, può riuscire a rubare qualche voto a sinistra, a Letta?”.

Franchi: “I sondaggi danno Conte, incredibilmente in crescita. Conte, con ogni probabilità, se avesse continuato a sostenere il governo fino alla fine ora avrebbe il 5%. Così, invece, riacchiappa un po’ del suo elettorato, che in questa campagna potrebbero essere voti destinati al Pd o all’astensione, è difficile dirlo”.

Torchiaro: “Ma veniamo al mondo riformista di cui Paolo Franchi è stato un validissimo interprete e anche con la sua capacità di analisi storica, diciamo di un frangente, quello in cui c’era l’Ulivo, in cui c’era la Margherita, ti ricorderai che fece un exploit persino sorprendente con il primo Rutelli, prendendo il 14%, al di là dei sondaggi, non è che Calenda, Italia Viva, riescono a mettersi in quel filone?”

Franchi: “La vedo molto difficile, soprattutto perché da allora è cambiata profondamente l’Italia. C’è stato un tempo, lungo, nel quale siamo nati, cresciuti e pasciuti, in cui si diceva che il vero problema per il governo del paese era la conversione al centro delle forze, quindi non la sinistra o la destra, ma il centrosinistra, il centrodestra e via dicenso. Quando si dice centro si intende il centro vasto, largo e articolato della società. E bisognava conquistare quel centro. Io credo che questo luogo politico, in tempi di guerra, di pandemia, di crisi di ogni tipo, sia un pochino venuto meno, e ci sia una radicalizzazione dei comportamenti elettorali. Poi c’è una difficoltà, perché a chi li dovrebbe prendere i voti? Prenderà dei voti dai moderati del centrodestra, anche Forza Italia. Magari si, non saprei, perché i flussi elettorali non si studiano, non si fa più neanche l’analisi del voto, figurati flussi elettorali”.

Torchiaro: “Giorgia Meloni, l’hai conosciuta, l’ha intervistata, l’hai seguita, cosa ne pensi?”

Franchi: “Beh, l’ho conosciuta, non l’ho mai intervistata. L’ho seguita, è sicuramente una politica abile, credo che possa prendere adesso anche questo, stiamo giocando a scommesse, bisogna vedere. Ecco per capire quanti voti prenderà. Mettiamo il cuore oltre l’ostacolo, poniamo che 25 settembre vince il centrodestra. E che cosa succede nel centrosinistra?

Si apre un Congresso col coltello? All’indomani di ogni sconfitta elettorale del centrosinistra o del Pds prima una valanga. Ogni volta scriveva e ogni volta prima sul serio, poi intorno ironico, dicevo, qui ci vorrebbe un Congresso per cui se non lo fai ora un Congresso, quando lo fai? E sembravo matto. Tu calcola che il D non so se è cambiato, ma a lungo, o perlomeno il suo statuto non preleva neanche l’Istituto del concedeva alle primarie. Fesso del perché se per fare i congressi servono i partiti e il vero problema del PD è che non è un partito.

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