Draghi, l’analista Mach: “Un partito del premier? Un sogno che non si avvererà”
Per l’appuntamento di Aldo Torchiaro con Sotto Torchio, l’approfondimento del Riformista Tv, un personaggio che ha contribuito a fare la storia ed è oggi un consulente strategico, Ferdinando Mach.
Formatosi politicamente presso Bettino Craxi, conosciuto alla Bocconi al tempo dei moti studenteschi del Sessantotto grazie al precedente rapporto con Claudio Martelli, Mach offre un personale ricordo degli anni di Tangentopoli.
Mach: “Sono coinvolto personalmente. Quindi può darsi che faccia affermazioni non congruenti con tutti. Tuttavia ho un’idea molto precisa dei fatti. L’uso politico della giustizia non nasce certo con Tangentopoli. È sempre stata usata la giustizia dal potere politico e infine dal potere partitico. In Italia l’episodio si rafforza quando c’è il cambio di regime. Il cambio di partito negli Stati Uniti dopo dodici anni di repubblicani, quattro anni di Ronald Reagan e quattro anni di George Bush Senior. Quindi dodici anni consecutivi di repubblicani. Il potere va al governo Bill Clinton del partito democratico, in teoria un amico del Partito Socialista Italiano, ma solo in teoria”.
“Il partito democratico va al governo – Prosegue – Cade il muro di Berlino. C’è la combinazione perfetta per i democratici di Clinton di cambiare cavallo in Italia, perché il partito comunista non fa più paura e il partito socialista è talmente coinvolto con la democrazia cristiana nella gestione del potere da essere reputato inutile o addirittura troppo amico dei repubblicani. Quindi il cambio di cavallo. La sinistra DC si sposa con l’ex PCI e PDS, facendo una scelta”.
Il ruolo giocato da Mach nel PSI: “Mi verrebbe di abusare di un aggettivo. Avevo un ruolo tecnico, vale a dire, pur avendo fatto degli studi tutti diversi, quello di agente di cambio che era la professione della mia famiglia. Avevo delle competenze, diciamo nella gestione dei patrimoni degli imprenditori, delle famiglie milanesi. Quindi avevo una mia tecnicalità, come si dice oggi, tutta mia, tutta in casa, che ho imparato dal grande zio che introdusse per primo in Italia i derivati nel 1935. Competenze che misi al servizio di Martelli”.
Sul coinvolgimento in Mani Pulite, racconta: “Vengo inquisito o chiamato come testimone. Molte volte per episodi precedenti. Sono stato arrestato per nove mesi e venti anni dopo ho avuto il rimborso per ingiusta detenzione. Lo ritengo un atto di giustizia così tardivo da essere del tutto ininfluente sulla mia vita professionale che è stata piuttosto stroncata. Ricordo una battuta di Bettino che un giorno mi disse ‘ti vedo preoccupato’, gli dici. Gli dissi beh, sì, ho delle inchieste addosso e sono preoccupato. Beh, mi disse ‘Non preoccuparti troppo, vai in carcere. Veramente di buon augurio. Ti leggi un po’ di libri, tu che sei poco colto. Torni fuori e siamo qui ad aspettarti’. Sembrava un po’ una frase da gamba di legno. Sono uscito dal carcere e ad aspettarmi non c’era più nessuno del partito socialista. Non che sia stato tradito, però il partito non c’era più”.
Oggi consulente strategico per le imprese e giramondo, Mach offre un punto di vista su come Mario Draghi venga considerato all’estero e come venga vista nel mondo questa crisi. “Mario Draghi è un italiano eccezionale, come eccezionale fu Guido Carli che, non dimentichiamolo, scrisse lo statuto della Bundesbank per le sue competenze tecniche e per il fatto che parlava il tedesco come l’italiano”.
Se all’orizzonte possa esistere il partito di Draghi, Mach: “È il mio sogno, ma non si avvererà, non si avvererà perché la persona che non conosco, da quello che capisco, è una persona che vuole risolvere i problemi. I problemi propri li ha risolti da tempo e adesso la sua ambizione è risolvere i problemi degli altri, dell’Italia e dell’Europa”.
Chi c’è all’origine della crisi? Se degli indizi portino alla diplomazia di Mosca: “La mia opinione è più olistica, vale a dire, di complesso. Dobbiamo ritornare indietro alla vicenda di Trump che viene eletto negli Stati Uniti con la compiacenza della Russia e con l’interesse della Cina. Non è dimostrabile che ci siano delle interferenze russe, tuttavia io associo Conte più a Trump che a Putin. Conte ha sempre dimostrato effettiva compiacenza col mondo russo fino ai noti episodi dell’esercito russo che ha scorrazzato per le strade d’Italia durante il Covid cinese. Ci sono poi alcuni personaggi russi che hanno ricevuto onorificenze ad alto livello dalla nostra repubblica”.
Nei piani di Mach una riforma per cambiare l’Italia: “Ritengo che il principale problema del nostro paese sia una costituzione buona e benevole, ma del tutto inefficiente per la competizione moderna. Questa costituzione può essere cambiata in alcuni punti centrali. Quello che ritengo decisivo è che il presidente del Consiglio, non della Repubblica, venga eletto dal popolo e non dal Parlamento attraverso mediazioni a volte incomprensibili”.