Sotto Torchio - 6 Settembre 2022

Bonetti (IV): “Meloni premier non sarebbe un bene per le donne. Pd e FI ci attaccano perché spaventati da noi”

Torchiaro: Buongiorno, benvenuti alla edizione elettorale di Sotto Torchio. Ci occupiamo da vicino delle elezioni, lo facciamo con una delle protagoniste, la vedete accanto a me, la ministra Elena Bonetti e ministra della famiglia delle pari opportunità, per la prima volta al riformista, benvenuta.

Bonetti: Grazie, grazie, buongiorno.

Torchiaro: Così come sta facendo una campagna elettorale per la prima volta da protagonista, da ministra uscente in prima fila, candidata con il Terzo polo, chiamiamolo così, Italia viva e Azione. E intanto che esperienza è? Come sta vivendo questa campagna elettorale?

Bonetti: Un’esperienza molto coinvolgente che sta riscontrando risposte significative di passioni, di coinvolgimento, di impegno in tutto il Paese. Una scelta di campo chiara che ho voluto, sostenuto, quella finalmente di offrire un’opportunità alle elettrici e agli elettori di uno spazio politico davvero riformista, liberale, democratico, popolare, saldamente europeista. Uno spazio politico che mancava, che per tanto tempo si era annunciato, ma nessuno aveva mai avuto il coraggio di farlo. Noi abbiamo avuto il coraggio di iniziare. Le risposte sono significative: una modalità nuova, anche di vivere la campagna elettorale, non più quella bipolarizzazione di scontro ideologico costante tra la destra e la sinistra, che io ho riscontrato aver bloccato il Paese per anni, in particolare nel processo di riforme che invece, grazie in particolare a relazioni di questo governo, finalmente si sono sbloccate. Hanno fatto ripartire il Paese.

Torchiaro: Lei viene dall’insegnamento dal mondo della ricerca della università, è associata di analisi matematica. Si ritrova nelle logiche della politica?

Bonetti: Ma se posso dire ho la mia esperienza, è stata che la mia formazione di matematica mi ha aiutato a impostare e portare una logica nuova anche nella politica, nelle materie e nelle deleghe di cui mi sono occupata. Questo AA riprova di quanto ci sia necessità di un contributo di donne e di uomini che vengono anche dal mondo delle professioni, dal mondo della ricerca, della competenza, la matematica. Come strumento di formazione alla politica e alla democrazia. Io l’ho sperimentato, è molto efficace.

Torchiaro: Allora andiamo a fare una sommatoria alla fine di questa esperienza di governo, che bilancio trae del suo ministero?

Bonetti: Mah, sicuramente un bilancio positivo perché in tre anni, in tre anni di di servizio alle istituzioni, da ministra, ho avuto la possibilità di iniziare partendo dai bisogni e dalle attese in particolare. Lo sguardo rivolto alle nuove generazioni è questo, torno alla domanda di prima, l’altro pezzo importante che mi sono portata dietro dalla mia esperienza di professoressa universitaria. Lo sguardo costantemente rivolto ai giovani, alle nuove generazioni, e quindi un sogno, un sogno iniziale, quello del Family Act, dell’assegno unico universale, di politiche concrete per l’empowerment delle donne e dei giovani, che poi in tre anni si è trasformato in legge, si è trasformato in una riforma che oggi c’è, esiste ed è il Family Act. Una legge dello Stato e l’assegno che sta arrivando alle famiglie è la prima strategia nazionale per la parità di genere e questo significa la politica della concretezza, cioè che sta trasformare la visione del futuro in scelte concrete oggi.

Torchiaro: Però ci dica la verita, si poteva fare di più, si poteva dare di più?

Bonetti: Ma io penso che si debba valutare la politica nella dimensione anche di una capacità di attivazione stabile e strutturale dei processi in avanti. Noi abbiamo investito 20 miliardi di euro per l’assegno unico universale per i figli. Si tratta di una cifra inedita, mai investita per le famiglie nel nostro paese. Certamente si può aumentare. E’ chiaro che è un tema di sostenibilità, anche rispetto al bilancio complessivo, ad esempio il fatto che oggi l’inflazione aumenti impone anche dalla legge che l’assegno venga rivalutato proprio per aiutare le famiglie a sostenere anche i costi aumentati.

Torchiaro: Avrebbe desiderato ricevere più budget, magari da allocare sul Family Act più appoggio da parte di tutta la maggioranza?

Bonetti: Mah, quello che in realtà mi sarebbe piaciuto avere, sarebbe stata la possibilità – e mancavano veramente questi tre mesi di conclusione per arrivare alla legge di bilancio per rispondere a quello che il Family Act impone -, cioè un impegno di stanziamento di risorse che noi avevamo già intenzione di allocare, nonché la concretizzazione di tutta la legge delega, non solo dell’assegno. Quindi la riforma dei congedi parentali, gli incentivi per le donne per entrare al lavoro dopo la maternità, il rimborso per le spese che le famiglie sostengono per l’educazione dei figli, tutto il piano casa, il piano formazione studio per le i giovani e le giovani coppie. Tutto questo è stato interrotto dalla scelta scellerata di chi ha voluto mandare a casa il governo Draghi. Ed è chiaro che a questo punto io, con il Terzo Polo, ci presentiamo alle elezioni non con delle promesse vaghe ma con la concretezza e credibilità di chi dice vogliamo attuare urgentemente le misure previste dal Family Act perché è un impegno reale nei confronti del Paese.

Torchiaro: “La ministra Bonetti ci sta parlando di welfare, di misure concrete per aiutare le famiglie e dunque i giovani. Mi viene in mente il reddito di cittadinanza, misura che funziona e non funziona e sulla quale qualcuno, Giuseppe Conte, sta impostando tutta la sua campagna elettorale che però è uno strumento a detta di molti, che può e deve essere riformato. La pensa così?”

Bonetti: “Certamente, deve essere profondamente riformato perché ha mancato l’obiettivo. Uno non ha davvero aiutato le persone che sono in situazione di di povertà, di disagio sociale. Perché il reddito di cittadinanza i cittadini lo devono sapere, lascia sole, le persone vengono dati dei soldi alle persone e senza attivare nessun legame di aiuto, anche da un punto di vista di solidarietà sociale. Questo è profondamente sbagliato e non aiuta le persone a emergere da una situazione di difficoltà. Il secondo tema è che è uno strumento che non attiva indipendenza, autonomia e quindi condanna le persone ad essere dipendenti da un sussidio dello Stato. Allora noi dobbiamo dare le risorse alle persone più povere, ma dobbiamo dare delle risorse che sono non solo finanziarie ma anche di formazione e di competenza per poter entrare nel mondo del lavoro e di sostegno e di solidarietà comunitaria. Tutto questo non è incluso nel reddito di cittadinanza”.

Torchiaro: E per dare un impulso di riforme forti è arrivato Mario Draghi. Ora bisogna mettere qui, apro una parentesi di storia, che l’arrivo di Mario Draghi non è stato un miracolo della Provvidenza, ma è stato preparato da qualcuno. E qui forse va dato atto – parlo a chi ci ascolta – del coraggio, perfino imprudente, di Matteo Renzi, di Italia Viva, della ministra Bonetti che hanno fatto, in quel momento un gesto sconsiderato, politicamente e rivoluzionario a livello comportamentale: cioè hanno fatto i bagagli, hanno tolto l’appoggio alla maggioranza, parliamo del Conte II. Un merito che va riconosciuto.

Bonetti: “Credo che togliere l’appoggio alla maggioranza, far cadere il governo Conte II, sia stata una delle scelte più difficili della mi vita, perché all’inizio non è stata compresa e per questo motivo fortemente criticata. Abbiamo ricevuto molti insulti, anche a livello personale, che non avevo mai ricevuto prima. Eppure, ero consapevole che stavo facendo una scelta per il nostro Paese. Lasciare il luogo del potere – secondo le logiche politiche – è qualcosa che si vede poco. Qualcun altro, in questa crisi, non l’ha fatto. Ha aperto una crisi ma i ministri non si sono dimessi”.

Torchiaro: A proposito di Matteo Renzi, ha fatto bene a fare questo passo di lato, accedere, diciamo, il ruolo di front runner a Carlo Calenda e questa Unione tra azione Italia vivo è destinata a durare?

Matteo Renzi ha fatto un gesto di straordinaria generosità, ma soprattutto, come sempre ha messo in campo la sua capacità di sguardo lontano, di visione, lontana della politica, cioè di chi sa da che parte indirizzare la rotta. Anche la rotta del paese. Questa è una scelta importante. Questa unità di percorso tra Italia viva e Azione apre un percorso nuovo che non finisce il 25 settembre, dal 25 settembre si vorrà strutturare come una proposta chiara, tra l’altro con un obiettivo, quello di portare in Italia la nostra esperienza condivisa a livello europeo nel gruppo di Renew Europe.

Torchiaro: Senta lei però ministra Bonetti viene dalla segreteria addirittura della nazionale del partito democratico, un’esperienza di militanza che la in qualche modo formata.

Bonetti: Mi dispiace che il centrosinistra vada frammentato al alle elezioni ma quello che mi dispiace molto è che il partito democratico abbia deciso di abdicare alla sua vocazione riformista e di cedere invece ad una impostazione della politica polarizzata a sinistra. Non entro ovviamente nelle scelte che hanno fatto, ma è chiaro che questo ha creato una distanza forte tra loro e chi come noi, invece, vuole rianimare un Paese anche ricomponendone le parti. Questa polarizzazione sulla quale stanno tentando di trascinarci sia Enrico Letta sia Giorgia Meloni, è una cosa che fa dei danni al Paese, fa dei danni alle imprese. Nel 2022, dopo l’esperienza che abbiamo vissuto nella pandemia, chi ancora può credere che i diritti degli imprenditori siano in contrasto, in conflitto, con i diritti dei lavoratori? Ci sono dei diritti che abbiamo dimostrato, si possono e si devono ricomporre perché c’è un benessere che è davvero un benessere di comunità che dobbiamo ricostruire un linguaggio di ricomposizione. Nemici contro altri nemici hanno tenuto bloccato il paese per gli anni, poi è arrivato Mario Draghi che invece ha detto che il paese è unico. E la risposta che deve essere data dalla politica deve riguardare tutte e tutti.

Torchiaro: C’è chi dice che i voti del Terzo Polo sono in qualche modo voti di simpatizzanti del centrosinistra in uscita. Questo può essere vero? Noi stiamo seguendo l’analisi dei flussi elettorali. Io sono convinto per quello che sto osservando, che tanti moderati ex elettori di Forza Italia, persone che non andavano più a votare hanno deciso invece di farlo per il terzo polo, esiste quest’area dei centristi che si va ricompattando?

Bonetti: Esiste sicuramente una parte di elettorato che non aveva trovato casa e che quindi si era rassegnata all’astensione e a questa rassegnazione. Noi vogliamo invece dare una casa, una prospettiva che è quella di un voto davvero coerente che serva, che contribuisca alla ripartenza del paese. Dall’altro lato c’è l’elettorato di quel centrodestra che di centro non ha più nulla per la scelta di Forza Italia di far cadere Mario Draghi, la scelta di Forza Italia di schiacciarsi insieme alla Lega. Sulla polarizzazione Giorgia Meloni evidentemente sta tradendo un’identità. Un percorso anche liberale del suo elettorato, che invece può rivolgersi alla nostra proposta e trovare una corrispondenza, cosi come anche una parte di quell’elettorato di natura più popolare del cattolicesimo democratico che sicuramente sta cercando sta cercando una politica nuova, anche una nuova modalità per essere ricomposta. Il percorso del terzo polo è un percorso che ha l’aria, il vento della novità, l’unico reale vento di novità di questa campagna elettorale.

Torchiaro: Secondo lei Silvio Berlusconi vi teme? Stamattina a Radio Leopolda. Lo diceva Matteo Renzi ha il timore, appunto, di un flusso elettorale in uscita.

Bonetti: I toni accesi si in alcune parti anche del territorio da parte del Partito Democratico e di Forza Italia, a volte anche scomposti dimostrano che c’è un timore o una paura, soprattutto un riconoscere che noi stiamo in campo con la forza delle nostre idee, che questa forza delle nostre idee. Un paese che si sta rianimando. E la cosa che mi colpisce sono i molti giovani che stanno aderendo e stanno contribuendo non solo alla nostra campagna elettorale, ma vogliono contribuire a costruire un nuovo progetto politico nel quale si riconoscono davvero come protagonisti e allo stesso modo tante realtà di categorie imprenditoriali, culturali. Mi lasci dire, tante realtà e associazioni femminili che riconoscono che nella proposta del Terzo Polo c’è uno spazio reale, fattivo, concreto di protagonismo delle donne. Ci sono tanti volti di donne che sono al servizio delle istituzioni per le altre donne. Questo fa nettamente la differenza.

Torchiaro: La domanda me l’ha chiamata perché qui c’è un’altra donna in campo che potrebbe diventare Presidente del Consiglio, che giudizio da su Giorgia Meloni?

Bonetti: Sulla sua attività da ministra basta verificare cosa non ha fatto nei tre anni che ha ricoperto quel ruolo. Dal palco di Milano mi sono rivolta alla leader di FdI, quello che mi sembra evidente è che può diventare la prima donna premier e questa è una novità per il nostro Paese, la domanda è se è una buona novità per le donne, io non credo che lo sarà. Perché una donna che diventa Premier e afferma di giocare con le regole degli uomini per cui in qualche modo consegna alle donne la necessità di doversi conquistare ciò che agli uomini è dovuto non credo sia corrispondente ad un principio delle pari opportunità e della parità di genere che è intrinseco alla nostra Costituzione e democrazia. Giorgia Meloni ha votato contro alla parità salariale tra donne e uomini in Europa, Giorgia Meloni è contro la legge Golfo Mosca che ha sbloccato nel nostro Paese la presenza delle donne nei Cda. A chi mi dice che le donne non devono essere selezionate in quanto donne rispondo che neanche gli uomini devono essere selezionati in quanto uomini. Se noi siamo la metà della popolazione è evidente che ci sarà metà delle competenze necessarie per entrare nei Cda nel mondo femminile e metà nel mondo maschile. Io insegno in Università e le donne sono brave almeno quanto se non più brave degli uomini, non si capisce perché questa competenza non debba essere messa in campo nei luoghi di decisione delle istituzioni.

Torchiaro: Dove la troviamo candidata?

Bonetti: All’uninominale di Roma Centro alla Camera dei Deputati insieme a Carlo Calenda candidato al Senato, capolista nei comuni di Verona, Vicenza, Padova e Rovigo e in Sardegna.
Parlando a una giovane di 18 anni che va a votare per la prima volta, cosa le dice, perché dovrebbe andare a votare e perché dovrebbe votare lei?
Serve mettere in campo il proprio coraggio, la propria libertà ma soprattutto i sogni più grandi che devono diventare progetti per tutti. Il terzo polo vuole rappresentare questo, uno spazio di costruzione del futuro, tutti insieme e questo futuro ha bisogno dei sogni di ciascuna ragazza e ciascun ragazzo che deve poter osare il coraggio di mettersi in campo non solo per sé ma per tutta la nostra comunità.

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