Ballottaggio Verona, Tosi: “Io ci sono ma Sboarina non mi ha ancora cercato”
Su Riformista Tv Aldo Torchiaro presenta un’edizione speciale dell’approfondimento Sotto Torchio con un’intervista a Flavio Tosi, già sindaco di Verona e candidato nell’ultima tornata.
Si inizia con la sorpresa del primo turno, ovvero l’ex calciatore Damiano Tommasi. A seguire Sboarina, sebbene Tosi sia stato decisivo. Era candidato eroicamente con una sua lista, insieme a Forza Italia e altre liste, e si è attestato come il “king maker” di questo turno.
Su che cosa stia accadendo a Verona, Tosi: “Ovvio che speravo di andare al ballottaggio. Ma rimaniamo soddisfatti del risultato, perché credo che il segnale più rilevante sia proprio che il sindaco uscente Sboarina raccoglie un voto su tre. Se sommiamo i miei voti con quelli di Tommasi raddoppiamo i voti di Sboarina. L’altro dato rilevante è quello di Tommasi che raccoglie il 40 percento, in una città dove la sinistra non aveva mai fatto tanto”.
“Il nostro risultato – 23,88 percento – diventa essenziale nell’ambito del centro-destra per provare a vincere ancora. Ovviamente vincere come centro-destra vuol dire fare un matrimonio tra Flavio Tosi e Federico Sboarina. Ma per sposarsi bisogna essere in due”.
Sulla condizione dell’accordo: “Forza Italia, appoggiandomi, reputò queste elezioni come le primarie del centro-destra. Chi avrebbe perso al primo turno, poi avrebbe appoggiato l’altro candidato al ballottaggio. Mi dissero che sarebbe stato giusto che poi al ballottaggio il centro-destra si ricompattasse. Da parte di Fratelli d’Italia e di Sboarina non c’è stato mai nessun riscontro in questo senso”.
Sul caso Tommasi, ex calciatore prestato alla politica, che alle elezioni prende il 40 percento di voti. Tosi: “Al di là della persona, dal punto di vista della competenza non ha mai amministrato nulla in vita sua. Pensare di amministrare una città credo sia tutt’altro che facile. C’è stata una spinta però verso un volto nuovo, premiato dalla bassa affluenza”.
“Parlando di un calciatore, è giusto che faccia la sua partita – spiega Tosi – Tommasi cercherà sicuramente di parlare a tutta la città, perché un candidato che arriva al 40 percento al primo turno rischia seriamente di potercela fare al ballottaggio. Parte da uno zoccolo di partenza notevolissimo”.
Se ci sia stato già qualche contatto con Tommasi: “Francamente no. Come è normale che sia, ci sono stati dei contatti con la coalizione di centro destra, l’alveo di appartenenza naturale. Abbiamo spiegato che bisogna fare un accordo politico serio, pubblico, non basato su scambi sottobanco. Immodestamente, il più bel programma di coalizione ce l’abbiamo noi”.
Si appella al centro-destra che sostiene Sboarina: “Agli amici ribadiamo questa nostra disponibilità. Anche in relazione ai tempi perché si vota tra 12 giorni, prima si definiscono le posizioni meglio è per tutti. Non escludo tuttavia una chiamata anche da Damiano Tommasi, con il quale esistono eccellenti rapporti personali”.
Riprendendo le dichiarazioni di Matteo Salvini, per il quale bisogna parlare con Tosi comunque scelto da una parte del centro-destra. La risposta di Tosi: “Gliel’ho sempre detto. Gli elettori leghisti avrebbero preferito la scelta di Flavio Tosi piuttosto che quella di Sboarina. Era la scelta più normale e naturale per loro. La Lega ha portato a casa poco più del 6 percento. Fratelli d’Italia l’ha quasi doppiata. Diversamente sarebbe accaduto se la Lega avesse appoggiato Flavio Tosi. Apprezzo le parole di Salvini, anche dopo il risultato di Padova, già scritto in cielo. Magari si potrebbe sperare di non perdere Verona”.
Con una visione più allargata, Verona non è più un caso cittadino ma nazionale. Dal Veneto infatti si decide il futuro equilibrio del centrodestra a partire da quello della Lega, nel cui consiglio federale ieri non c’era Giorgetti, forse un’assenza strategica. Tosi riprende Tajani: “C’è una componente del centro-destra rappresentata dalla Lega e da Fratelli d’Italia che è una componente dichiaratamente sovranista-populista. Dopo di che c’è un’altra componente che loro amano chiamare di centro ma a me piace chiamarla pragmatica-governativa, cioè quelli che sanno fare, quelli capaci e competenti, incarnata da Forza Italia e da un’ampia sfera di liste civiche che a livello territoriale pesano molto. Tosi raccoglie il 24%, il 4% di FI e il 20 di altre liste civiche. Quindi se FI come ha dimostrato sposa questo tipo di percorso si crea una componente pragmatica, liberale, competente, all’interno del centrodestra che è quella che poi può farlo vincere”.
Su Zaia e se esista un’ipotesi di scalata nella Lega: “Io non credo – argomenta Tosi – La Lega oggi è completamente commissariata, perché in tutti i regionali c’è un commissario di Matteo Salvini, in tutti i provinciali c’è un commissario nominato da Salvini. Quindi la Lega è militarmente in mano a Matteo Salvini. Anche perché Salvini, i congressi regionali non li farà tenere prima delle politiche, alle politiche le liste le farà lui, quindi alla fine non succederà nulla”.
“La Lega di oggi – prosegue – vuoi che navighi a livello nazionale intorno al 15% è comunque un dato molto superiore rispetto a quello a cui era abituata storicamente. Quando Salvini ha preso in mano la Lega, il partito viaggiava intorno al 4%; lui l’ha portata al 37% e se anche se ha dimezzato i voti, la Lega ha ancora un consenso significativo. È ovvio che la Lega ha una componente interna dai Federici, dai Zaia ed è necessario che Salvini ascolti e dia spazio a quei membri del suo partito che sono stimati dagli elettori per capacità e competenza”.
Un accenno al referendum è necessario: “Io sono andato a votare, ho votato cinque sì sperando che cambiasse qualcosa, ma sapendo che il quorum non sarebbe mai stato raggiunto, perché fare un referendum a metà giugno dove voti solo in alcuni comuni vuol dire aver deciso a priori di non voler raggiungere il quorum. Del resto, se in Italia non è cambiata la giustizia dopo il caso Palamara, significa che cambiare la giustizia nel nostro Paese è un mezzo miracolo”.
Sul fatto che oltre metà degli elettori della Lega non sia andata a votare per il referendum. “Credo che bisogni cambiare il sistema elettorale: bisogna votare con lo Spid, tramite identità digitale, perché se si continua a votare con il cartaceo, con i seggi, non va più a votare nessuno”.
Si conclude a proposito delle lodi da parte di Matteo Renzi per aver sfiorato da solo il 25%. Se Tosi sarà il front runner del terzo polo, del nuovo polo di centro? “Io penso sempre alla mia città, e provo a dare una mano a governarla bene. Per quanto riguarda il resto c’è un’area il cui perno è oggi Forza Italia, è l’area liberale, riformista, garantista, pragmatica e competente che deve trovare rappresentatività in questo Paese. Altrimenti c’è il rischio che il centrodestra vada a perdere”.