Sotto Torchio - 21 Luglio 2022

Sodano presenta Il Mondo Nuovo: “Progetto editoriale con 40 intellettuali preoccupati del degrado politico”

Nel nuovo appuntamento con Sotto Torchio, l’approfondimento di Riformista Tv, quest’oggi per parlare della crisi di governo e per mettere sul piatto qualche idea nuova in politica e nel campo dell’informazione dell’editoria, Giampaolo Sodano, personalità vulcanica, ex deputato e direttore del Tg2.

Sodano lancia oggi una testata che affonda le radici anch’essa nella storia “Il Mondo Nuovo”. Il giornalista sul progetto editoriale: “Il Mondo Nuovo nasce con l’identità di un giornale sulla rete. Però io sono abituato a prendere le cose come sono, ma poi mi piace trasformarle. Penso che sarà in un tempo ragionevole uno spazio, uno spazio in cui voglio sperimentare, innovare il linguaggio della comunicazione utilizzando la tecnologia digitale fino in fondo, non trasferendo sul digitale un giornale, ma creando dentro il digitale uno spazio in cui linguaggi della musica, del racconto, dell’informazione possono trovare un’interconnessione”.

“Penso – spiega sodano – che oggi la comunicazione debba contenere, oltre all’informazione, l’intrattenimento. Cioè, se io entro in uno spazio come il mondo nuovo ci rimango anche 1 ora perché leggo, scrivo, penso, rifletto, ascolto. Questo è il linguaggio digitale”.

Il commento sulla crisi in corso. Sodano: “il mio giudizio lo posso dire in due battute. Stiamo assistendo a quello che accade ormai da almeno un paio di decenni, a un processo di declino e di rovina del sistema dei partiti. Se non esistessero sarebbe una meraviglia, perché li avremmo già sostituiti con un’altra forma di democrazia. Purtroppo invece no. Abbiamo questi pezzi di archeologia che si sono rovinati da soli, si sono suicidati. Biodegradazione è esatto e sono diventati come tu hai scritto in un libro a proposito della rete, il luogo dell’inganno. Cioè fanno cose, ne pensano altre, ne cercano di realizzare altre ancora. Ma tutto questo non ha niente a che vedere con il bene comune”.

Poi sulle ultime fuoriuscite da Forza Italia è laconico: “Come movimento cinque stelle sono due formazioni politiche ormai liquidate”.

Prosegue sul futuro della destra italiana: “Diciamolo chiaramente non c’è più il fascismo e il pericolo del fascismo non esiste in Italia e quindi non c’è più un partito fascista. C’è una destra comunque sovranista, populista come c’è in altre parti del mondo. Non è una novità italiana. La più famosa è quella di Trump, ma anche il Brasile non scherza. Voglio dire, c’è nel mondo una destra populista che si presenta come innovatrice della politica, rompe gli schemi e guadagna il consenso popolare. Il problema è che poi a cosa porta quel popolo che rappresenta?”

La discussione vira sul mondo riformista e liberale già pronto a riorganizzarsi, sulla nascita di un nuovo prodotto editoriale e di un nuovo soggetto politico. Sodano: “Il discorso sarebbe lungo e complesso, perché la politica è una cultura, quindi richiederebbe una lunga riflessione. Vediamo se, in estrema sintesi, il sistema dei partiti in Italia degrada. Ciò è anche frutto di istituzioni che funzionano male. Ed è una specie di specchio a due facce. Questa crisi, arrivata al punto in cui abbiamo visto sia in occasione dell’elezione del presidente della Repubblica sia in questa crisi di governo, è la dimostrazione proprio della rappresentazione della crisi di questo sistema. Ora qual è il rischio, visto che il rischio del fascismo non c’è, del comunismo tantomeno. Qual è il rischio se non il fatto che la democrazia si esaurisca? Cioè la democrazia si prosciuga. Il cittadino non ha più fiducia nelle istituzioni. E allora che fare? Bisogna trovare il punto in cui noi possiamo ritrovare il legame fra cittadino e istituzione, fra cittadino e paese, fra cittadino e politica. Dove? Sul territorio. Ecco il discorso del civismo, cioè se io chiudo la democrazia dentro la mia comunità, la democrazia vive perché è una cosa di cui io sono protagonista. Sono io che faccio vivere il dialogo e questo crea coesione”.

Sodano conclude sulla pubblicazione de Il Mondo Nuovo: “Non vuole essere un giornale, vuole essere uno spazio. È reso possibile dal fatto che vi troviamo 40 intellettuali, preoccupati della situazione in cui il degrado riguarda anche la cultura politica. Bene, 40 intellettuali si sono messi insieme per fare Il Mondo Nuovo. Da solo non sarei andato da nessuna parte”.

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