Osservatorio Sanità - 29 Agosto 2022

Pnrr, Colao: “Pochi soldi destinati alla sanità: la salute dovrebbe essere l’asset strategico di qualsiasi governo”

Chiara Marconi: Salve a tutti sono Chiara Marconi per Osservatorio Sanità. Siamo in compagnia di Annamaria Colao, professore ordinario del Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia dell’Università Federico II. Salve professoressa.

Annamaria Colao: Buongiorno Chiara. Buongiorno a tutti.

Marconi: Partiamo subito con le nostre domande. Lei è stata inserita nella lista dei 100 nomi degli scienziati italiani al mondo migliori. Nella lista ci sono Veronesi, Cavalli-Sforza e Eco. E nel 2019 c’era Hölder della cattedra Unesco, Educazione alla salute e allo Sviluppo sostenibile. Allora ci dovrebbe spiegare ovviamente di che cosa si tratta, ma soprattutto andando a scartabellare ho scoperto che ci sono dei corsi per sindaci e assessori proprio sullo Sviluppo sostenibile e che tra l’altro è anche uno dei punti del Pnrr.

Colao: Ma sì, la cattedra Unesco nasce con un’idea….parlavamo con dei nostri collaboratori. Si era chiuso un periodo, stavamo facendo delle ricerche sull’ambiente e la salute dell’uomo. In questa conversazione, visto che volevamo trovare una via per continuare a lavorare, ci è venuta l’idea di proporre all’Unesco la salute come bene da tutelare. Quindi abbiamo fatto questo grosso progetto sulla salute, sulla prevenzione e l’Unesco ce l’ha approvato, dandoci anche in qualche modo l’estensione verso lo sviluppo sostenibile. Ecco perché educazione alla salute e allo sviluppo sostenibile. D’altra parte, la sostenibilità economica è uno dei grandi temi che si affrontano oggigiorno. Quindi, visto che la salute è un bene primario, parlare di salute, sviluppo sostenibile è una cosa di tale importanza su cui non solo noi ma tutti stanno lavorando.

Marconi: Per quanto riguarda i corsi che ho visto, sono legati ad assessori e sindaci.

Colao: Allora questa è un’altra idea che viene da progettualità europee. Siamo partiti molto tempo fa cercando un po’ di fare rete con i sindaci, perché poi il sindaco è l’autorità sanitaria di ogni Comune, anche se la sanità è intesa come organizzazione sanitaria e in capo alle Regioni, il sindaco resta l’autorità sanitaria. Quindi è evidente che c’è una necessità di informare le istituzioni, la politica – e tutti coloro che lavorano in ambito salute, inteso come tema molto ampio – su come organizzare i percorsi perché la sanità resti sostenibile. L’Italia è uno dei pochi Paesi ad avere un sistema sanitario universalistico. E’ una delle nostre grandi forze. Ovviamente con la riduzione del potenziale economico si riduce anche la capacità di curare tutti. Quindi avere un occhio verso la prevenzione, che è l’unica nostra vera arma per rendere il sistema sostenibile, è quanto ognuno, non solo dico i sindaci, gli amministratori locali e gli assessori, tutti coloro che sono inseriti in questa macchina, ma i cittadini stessi devono essere parte integrante di questo sistema. Non possiamo pensare di ignorare alcuni principi che ci consentono di stare in buona salute. Purtroppo non sempre la salute persa la possiamo recuperare. Dobbiamo cercare di evitare di perderla così da rimanere in buona forma per tutta la vita. Questo sarebbe l’opzione preferibile.

Marconi: Torneremo anche a parlare di questo punto, di prevenzione. Però una domanda, visto che abbiamo parlato di Pnrr. Sono stati destinati oltre 15 miliardi alla sanità dopo gli anni di pandemia, che ha messo in luce ovviamente quelle che sono state le falle. Dove ovviamente ci sono state delle mancanze. Quindi secondo lei questi soldi sono all’altezza di poter coprire queste falle? Dove secondo lei dovrebbero essere investiti maggiormente?

Colao: L’impressione è che siano molto pochi i fondi del Pnrr destinati alla sanità. Bisognava investire molto, molto di più, non solo nella parte se vuoi più esecutiva, cioè più che riguarda i percorsi, l’organizzazione dei percorsi. Ma anche sulla parte della ricerca. La pandemia questo ci ha insegnato. Può arrivare qualcosa da un momento all’altro a cui noi non siamo preparati, di cui non conosciamo nulla. Questo virus era un virus nuovo. Il primo periodo è stato drammatico perché nessuno sapeva come affrontare la patologia derivata da questo virus. Tre anni dopo ne sappiamo ovviamente enormemente di più. Ma con quale sacrificio umano di risorse, anche di compromissione del nostro sistema che c’è stato. Quindi è chiaro che se una cosa doveva insegnarci la pandemia è che senza la salute dei cittadini nessun governo va avanti. Come diceva Margaret Thatcher, la salute è l’asset strategico di qualunque governo. Quindi noi prima di tutto avremmo dovuto pensare alla sanità, che altro non è che organizzazione e ricerca. Mi sembra che i fondi del Pnrr, che pure sono stati stanziati, siano molto minimali rispetto a quelli che sono gli obiettivi da raggiungere.

Marconi: Ha sottolineato la tanta paura che c’è stata ovviamente nel periodo del Covid, questa paura ha fatto sì che ovviamente non ci fosse neanche prevenzione da parte delle persone, quindi è stata fatta poco e male. Secondo lei com’è importante ovviamente investire sulla prevenzione e se ci può dare dei dati?

Colao: Ma quello che le posso dire ci sono molti dati che sono stati originati. Io ricordo uno studio fatto dalla Associazione Nazionale degli Infermieri che calcolavano un numero esorbitante di donne che si sarebbero ammalate di cancro della mammella dopo quell’anno di lock down, quindi dopo il 2020, che è stato l’anno in cui noi abbiamo avuto un primo lock down tra marzo e maggio e poi una seconda chiusura a fine anno, hanno calcolato un numero di oltre 20.000 donne che arrivavano alla diagnosi di cancro della mammella già in fase avanzata per aver perso un anno di screening. Immaginiamoci oggi che siamo a tre anni di pandemia e molte donne, ma così come molti uomini per il cancro della prostata, – potremmo dire che quelli sono due tumori che vanno in parallelo – hanno saltato completamente tutta la fase degli screening, quindi arriveranno alla diagnosi con casi molto più avanzati, molto più complessi. Questo non è solo un carico per il paziente, che già vive la situazione in modo sufficientemente drammatico – ma i costi di gestione di una malattia avanzata sono dieci volte, venti volte superiori a quelli di una malattia iniziale. Questo dobbiamo cercare di far capire alla popolazione. Arriviamo alle diagnosi il più presto possibile. Questo significa garantire una vita senza problemi al malato e significa anche mantenere le risorse economiche in sicurezza. Questi sono i principi, diciamo, della prevenzione, ma in questo caso non siamo proprio sulla prevenzione. Siamo negli screening. La prevenzione avviene anche un attimo prima con gli stili di vita sano, con l’esercizio fisico, la nutrizione, l’astensione dai tossici, il rispetto dei bioritmi. Quindi la prevenzione è un campo molto ampio, che consta di regole che ognuno di noi deve seguire e anche di suggerimenti. Gli screening sono per l’appunto uno strumento che ci permette di arrivare presto alla diagnosi.

Marconi: Allora veniamo all’ultima domanda che è quella che mi piace tanto perché sono donna. E lei è la prima donna a presidente della Società italiana di Endocrinologia per il biennio 2021 2023. Il ruolo delle donne nel suo settore sta migliorando un po’ questa posizione, visto che lei è la prima donna a presiedere questa carica e oppure è purtroppo ancora troppo di appannaggio maschile?

Colao: E questa è una domanda difficile, perché ovviamente io sono parte integrante di questo, di questo processo. Mi piacerebbe dire che ormai, con l’arrivo mio di presidente siamo ben oltre la problematica di differenza di genere. Credo che sarebbe molto superficiale da parte mia dirlo. Io ho fatto un percorso molto complicato, molto lungo, molto dedicato ovviamente alla mia professione e credo di aver saputo interpretare quel che era necessario fare. Ecco perché la comunità, poi la comunità intera e quindi uomini più che le donne, hanno deciso di portarmi a fare il presidente. Ho fatto molte azioni per avere donne nei ruoli chiave. Ovviamente questa era una cosa che sentivo di fare e l’ho fatta, ma non perché ho scelto donne meno abili di uomini più abili. Ho scelto le persone capaci, indipendentemente dal genere, però ho cercato di equilibrare se c’era un uomo bravo affiancato a un’altra donna brava. Ho cercato di far vedere che le donne, se gli dai le possibilità, si dimostrano brave esattamente nello stesso modo. Se non lo sono non lo sono, ma se sono brave dobbiamo dargli la possibilità di dimostrarlo. Il mio ruolo è stato più che altro questo e mi auguro che anche il futuro presidente, che è un caro amico, Gianluca Maretti di Novara, continuerà con questa mia iniziativa di avere sempre affiancati un uomo e una donna in tutti i ruoli chiave della società, perché questo significa mettere a disposizione i talenti che noi abbiamo verso la nostra comunità endocrino-metabolica, ma verso la cittadinanza. Poi non è solo una società scientifica. Noi siamo dedicati alla salute di tutta la nazione e di tutti i cittadini italiani.

Marconi: Grazie mille per il suo tempo. Annamaria Colao è stata in nostra compagnia Osservatorio Sanità torna la prossima settimana. Grazie.

Colao: Grazie a voi.

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