Fatela Finita - 26 Luglio 2022

Turismo in Ucraina, Paolo Liguori: “Pensano a come sfruttare l’immagine brutta e negativa della guerra invece di lottare per la pace”

Hoara Borselli: “Parliamo di guerra, perché la guerra purtroppo continua. Voglio chiederti Paolo, ma come mai all’indomani quindi di quello che sembrava essere un accordo, la Russia ha deciso di bombardare Odessa. C’ era un accordo, perché quindi sembra che abbia tradito, trasgredito, rispetto a quello che avevano avevano sottoscritto?”.

Paolo Liguori: “Le informazioni che abbiamo noi non parlano di un bombardamento di Odessa. Parlano di un bombardamenti di alcuni obiettivi militari ad Odessa. Rimane l’accordo. L’accordo è il più importante accordo raggiunto in questi centocinquantacinque giorni di guerra. Un accordo sottoscritto, anche se separatamente, sia dalla Russia che dalla Ucraina. È la prima volta che succede e per centocinquantacinque giorni ci hanno sempre detto, a noi che parlavamo di trattative, di possibilità di sospendere la guerra, che non è possibile farlo con Putin. Invece è stato possibile a Erdogan che non solo lo ha fatto e lo ha annunciato a Tehran – quindi portando lì Putin e lui – e poi naturalmente le autorità dell’Iran, ma poi lo ha ratificato in firme separate con l’Ucraina e la Russia. Le navi saranno, di tutti quelli che andranno a prendere il grano, garantite dalla Russia, dalle navi russe e dai turchi. E anche, ha detto oggi il ministro lavoro una terza potenza di cui ancora non conosciamo l’identità. Cosa è successo? Che in questo clima ci sono stati rafforzamenti militari ad Odessa e i russi se ne sono accorti e hanno bombardato quei rafforzamenti militari. Succede spesso, ma non è il bombardamento di Odessa che interrompe l’accordo. Prova ne sia che il grano va avanti e circola. Per di più questo grano – per chi si interessa di queste cose, in Italia quasi si disinteressano della guerra, ti dicono ‘eh ma è una cosa noiosa, perché parliamo ancora di questa guerra?’ – ecco, questo grano è diretto in massima parte in Egitto. L’Egitto è il primo consumatore di pane nel Mediterraneo, quindi ha bisogno della farina, ha bisogno del grano e non ha abbastanza grano. Perché in Egitto? Perché l’Egitto è un grande alleato della Turchia e anche della Russia, in un altro paese del mondo che a noi italiani dovrebbe interessare molto se noi italiani ci interessassimo delle cose che vanno oltre Montecitorio, che è la Libia. Perché in Libia sono proprio i turchi e i russi che fermano la possibilità di estrarre il petrolio e il gas italiano estratto dall’Eni e conservato dall’Eni e portarlo in Italia. Ma noi naturalmente ci occupiamo di Montecitorio. Com’è giusto, di Conte. Adesso siamo tutti presi da questa crisi. Non ci rendiamo neppure conto che queste crisi nei governi occidentali sono il frutto malato di questa guerra malata che dura da giorni, che sta rovinando l’Europa e che probabilmente non è proprio nostro interesse continuare in questo modo”.

Hoara Borselli: “Soprattutto il fatto comunque di poter fornire il grano, questo bene di prima necessità, a questi paesi scongiura poi oggettivamente anche a noi quello che avevamo detto: perché si poteva paventare l’ipotesi che arrivasse questo flusso migratorio”.

Paolo Liguori: “Sta già succedendo. Questo grano in qualche modo servirà a calmierare, a contenere questo flusso. Ma sta succedendo infatti siamo in questo momento quasi davanti a un’invasione. La guerra e l’epidemia di Covid sono i due fattori scatenanti di una crisi mondiale senza precedenti in questi due anni, che vedrà nei prossimi anni il mondo cambiato, trasformato, mutato. Ma noi siamo lì a pensare “Ma adesso come dovremmo cambiare il nostro governo? Come si andrà a votare?” È un altro capitolo. Anche qui ci sono molte cose da dire, ma è un altro capitolo”.

Hoara Borselli: “Certo, sembra quasi esatto che la guerra ormai non ci appartenga piu’ quando invece più va avanti e più le cose che andremo a pagare noi. C’ è un elemento che abbiamo letto. Insomma stanno battendo le agenzie su cui vorrei discutere. Insomma, l’ucraina è diventata estremamente appetibile da un punto di vista turistico, perché si parla del fatto che ci sono tantissime prenotazioni che stanno arrivando per l’anno prossimo di turisti. Si parla soprattutto tantissimi americani che sono attirati ad andare- Come la interpreti questa cosa?”.

Paolo Liguori: “E’ un paradosso. Non si fa nulla per far finire questa guerra e si sta già pensando a come sfruttare l’immagine della guerra, brutta negativa, però farne un veicolo turistico. Adesso io ti leggo questo. C’ è una piattaforma turistica, la più importante piattaforma turistica ucraina che si chiama Visit Ucraina, diretta da questo Anton Tanarenko che dice “Più di un milione e trecentomila persone da ogni parte del mondo hanno cliccato su internet interessarsi dell’Ucraina”. Allora loro hanno fatto un elenco di dieci città – loro le chiamano le città martiri – e cioè territori come quello di Kherson, Mariupol, Nikolaiv e poi anche Bucha. Tutti i nomi tragici che abbiamo sentito come cronaca di guerra e dicono “Venite a visitare, organizziamo dei tour per visitare i queste città, come se la guerra fosse già finita. E devo dirti un’altra cosa, che nella memoria degli italiani già scomparsa avevano anche fatto una mappa per la ricostruzione dell’Italia, assegnando ogni zona distrutta ad un paese europeo. A noi toccava per l’appunto il Donetsk, che non sappiamo ancora se sarà russo o ucraino in seguito agli accordi. È un paradosso, come si fa con le azioni che si investe sui futures, che sono le azioni che dovrebbero salire o scendere in un futuro”.

Hoara Borselli: “Ma secondo te perché questo interessamento? Questa è una domanda così, interessamento da parte delle persone, perché ovviamente cosa ci può essere di attrattivo nell’andare comunque in un terreno martoriato dalla guerra? È più per un una voglia di collaborare? Come a dire, facciamo un investimento per dare una mano, oppure c’è proprio questo spirito, questa sorta di voyerismo, di andare a vedere cosa succede lì?”.

Paolo Liguori: “È propaganda che l’Ucraina fa usando le sue stesse ferite. Vi mostro le mie ferite. Venite a vedere quanto è cattivo il nostro nemico. Nel frattempo portate mezzi, soldi, appoggio anche morale, eccetera. Lo facevano trent’anni fa, venticinque anni fa i palestinesi, quando ospitavano poi turisti politici dall’Europa nella striscia di Gaza o in altri campi di addestramento”.

Hoara Borselli: “Quindi tu la vedi proprio come una comunicazione di propaganda?”.

Paolo Liguori: “Io la vedo come una comunicazione sbagliata, perché la comunicazione vera è: “Venite quando la guerra sarà finita. Se vi piace vedere l’Ucraina, dovete venire a vederla pacificata e libera”. Bisogna che la guerra finisca. Lo sto pensando da centocinquantacinque giorni invece qui addirittura…insomma, se non fosse che succede in Europa, se non succedesse in Europa io direi che è un’americanata”.

Hoara Borselli: “Una americanata, è vero. Quindi prima di pensare ad invitare i turisti per visitare le macerie – anche perché se questa guerra andrà avanti veramente si rischia che non troveranno nulla – pensiamo invece a fermarla questa guerra”.

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