Elezioni, Sansonetti: “Da ottobre la crisi ci travolgerà e governare civilmente questo Paese sarà un’impresa ardua”
Borselli: “Piero, ci siamo, il 25 settembre è arrivato ormai la campagna elettorale, possiamo dire, è alla fine. Come ogni campagna elettorale che si rispetti, il voto di scambio non è mancato. Sicuramente abbiamo alzato il tiro, abbiamo forse esagerato, però è sempre stato così, ce lo ricordiamo negli Anni 50 Achille Lauro, sindaco di Napoli, cosa faceva? Dava una scarpa a un elettore, poi, in caso di vittoria, gli avrebbe dato la seconda. Quindi, insomma, non è una novità e anche in questa campagna c’è stato un bel filotto, vero?”
Sansonetti: “Beh sì, perché siamo proprio alla monetizzazione del voto. Non è che ti offro una scarpa, un posto di lavoro, un aiuto per tuo figlio. Quanto vuoi 50.000 euro? Vediamo i 5 Stelle, sono riusciti a fare questa operazione che gli porterà un sacco di voti e dicono ‘solo noi difendiamo il reddito di cittadinanza’, chi prende il reddito di cittadinanza vota per noi. Beh, fra chi lo prende la moglie, il marito, il parente, il figlio, siamo fra i due e i tre milioni di persone, quindi siamo fra il 10 e il 15% degli elettori che sono lo zoccolo duro del Movimento 5 Stelle. Non credo che prenderà altri voti”.
Borselli: “Però, non solo 5 Stelle, perché questa mattina è uscita la notizia, anche Letta si è accodato…”
Sansonetti: “Tutti si stanno accodando ma sono arrivati tutti tardi. L’elettore sa che se vuole, se c’è il reddito di cittadinanza, la cosa più sicura e dare il voto a Conte e francamente non vedo perché non glielo dovrebbe dare. Se io avessi il reddito di cittadinanza darei il voto a Conte. Sono 750 €, 750 € tutti i mesi.
Borselli: “Però abbiamo visto che il Reddito di cittadinanza è un furto da un certo punto di vista, sono stati elargiti tanti e tanti soldi che non si sa dove siano andati a finire”
Sansonetti: “Non sto valutando la giustizia – o meno – del reddito di cittadinanza. Chi lo prende vota per chi lo garantisce; è la risposta del PD sullo stipendio in più al mese che è interessante. E è più bassa, eh, perché uno stipendio, quindi più uno al mese, non all’anno. Però poi chi lo paga questo stipendio? In questo caso non si sa perché i 5 Stelle sanno a chi la fanno pagare – a noi, allo Stato – ma il Pd dice che è l’imprenditore che te la deve dare. Poi ci sta invece la destra, in particolare Salvini, che dice ‘non vi faccio più pagare le tasse, vi faccio pagare il 15%'”.
Borselli: “No, no, su questo non sono d’accordo, non dice ‘non vi faccio più pagare le tasse’. Dice proviamo il modello della tassa piatta, perché oggi come oggi questa tassazione? La destra su questo deve trovare una sintesi perché, come tu mi insegni, Salvini dice un 15%, Berlusconi ha detto più o meno un 23, 24% se si trova una linea. Ma su questo tu non Sei d’accordo? non pensi che in questo paese si paghino troppe tasse, oggettivamente, cioè è normale e giusto che un imprenditore paghi più del 50% di quello che guadagna e lo debba dare allo Stato?”
Sansonetti: “Io di tasse pago intorno al 40% e me la ridurrebbero a 25. Non sono poverissimo. E una persona che guadagna 30.000 € all’anno, rimane come sta, sul 20%. I ricchissimi guadagnano caterve di soldi, io non sono convinto che l’urgenza sia quella di far guadagnare caterva di soldi ai ricchi. Comunque con la flat tax è sempre quello; ti dicono: “Io ti do un po’ di soldi, è tutto voto di scambio, idee su come far sviluppare questo Paese non ne ha nessuno ed è difficile averne. Del resto Hoara, la crisi sarà devastante da ottobre in poi. Non lacrime e sangue, solo sangue, nemmeno lacrime. La verità è che nessuno sarà in grado di governare civilmente questo Paese. Non perché è cretino. Ma perché la crisi è terrificante. Non vedo altra soluzione diversa da quella che governino tutti insieme. E così andrà a finire, vedrai se non andrà a finire così. Ma qual è la differenza di strategia politica fra un partito e l’altro? Praticamente nessuna, sono promesse elettorali, ma non c’è strategia politica diversa. Cosa dovranno fare alla fine? mettersi insieme e cercare soluzioni. Ma non è neanche un male. E’ un bene in una situazione di crisi così grave”.
Borselli: “Ma soprattutto andiamo avanti con questa politica assistenzialista. C’è un bellissimo detto che utilizzo sempre: se c’è una persona che ha fame, non dargli un pesce, ma insegnagli a pescare. Andiamo a lavorare sulle politiche attive del lavoro invece di continuare a dare le mance perché sennò è ovvio che si rischia l’immobilità. Ed è quello che ci aspetta”.