Referendum giustizia, Liguori: “Andate a votare, cinque sì chiari e fatti in maniera massiccia cambierebbero molto le cose”
12 giugno, cinque quesiti referendari da votare. Con il Riformista e con tanti altri amici noi andremo a votare sì a tutti i quesiti.
Sono questioni importantissime, c’è adesso una riforma, quella della giustizia, fatta dal ministro Cartabia che non è proprio una riforma, è certamente un atto politico importante di questo governo ma non si può lasciar fare solo a una riforma a metà. I problemi che riguardano la giustizia vanno affrontati con più radicalità. Forse non lo può fare la politica che è ricattata, minacciata dalla giustizia perché questo è un paese strangolato dalla giustizia nelle attività produttive, nelle imprese e nella politica.
Credo che i referendum siano decisivi per dare un segnale politico. Io spero che più della metà degli iscritti vadano a votare e votino sì, riuscendo a cambiare rispondendo sì a cinque questioni che nella giustizia sono importantissime.
Due sono fondamentali da 30 anni e non sono mai state affrontate. La separazione delle carriere dei magistrati, un po’ sono giudici un po’ sono pm , un po’ sono accusatori un po’ sono terza parte. Con questo scambio di ruoli hanno sempre fatto come hanno voluto e le procure hanno comandato anche sui tribunali o nei tribunali. Non è giusto. Il giudice deve essere parte terza, l’accusa deve sostenere le ragioni dell’accusa ma anche della difesa che però comunque è presente nel processo. Il giusto processo significa avere una parte terza che possa giudicare. Questa è una cosa che da 30 anni si dice ma non si fa perché il potere dei magistrati è dilagante. L’altra questione è l’abuso della carcerazione preventiva, quindi la carcerazione prima del processo.
La terza questione è esplosa negli ultimi tempi e ha devastato la magistratura dall’interno. E’ la questione del sistema correntizio di elezioni al Csm che è diventato un organismo politico, che fa politica non solo nei confronti dei magistrati ma anche nei confronti di sentenze. Bisogna fare in modo che l’elezione non sia condizionata dalle correnti, quindi questo significa anche cambiare la procedura e il modo. Molto è stato detto e poco è stato fatto, il referendum è necessario.
Poi ci sono altre due questioni che riguardano la struttura come l’equa valutazione dei magistrati che non può essere lasciata agli stessi magistrati. Certo, il Csm è l’organo di governo dei magistrati ed è autonomo. Anche se sono membri laici, però, in qualche modo devono poter dare una graduatoria dell’efficienza della questione dei magistrati che quando sbagliano non pagano mai. Questa è la questione decisiva, la loro responsabilità civile, ma è anche vero che ci sono dei magistrati che hanno sempre e spesso sbagliato e non sono mai stati valutati per quello che sono.
Per ultima l’abolizione della Legge Severino, una legge assurda che leva senza diritto di appello – basta una condanna – gli amministratori, che hanno diritto invece ad avere tutta una procedura uguale a quella degli altri cittadini. In questa maniera si decapitano politicamente delle amministrazioni elette dal popolo con un atto della magistratura spesso arbitrario e spesso sballato. Per esempio la sentenza che ha levato fuori dal Parlamento Berlusconi è stata certamente un uso della Legge Severino politico. Quello è un provvedimento sbagliato, dispiace che porti il nome di un giurista che ha fatto anche il ministro.
Questo servirebbe moltissimo anche per la riforma della giustizia, cinque sì chiari, aperti, fatti in maniera massiccia cambierebbero molto le cose.
Di Paolo Liguori