Live - 9 Maggio 2022

Prado: “Il referendum non è un selfie”

L’avvocato Iuri Maria Prado oggi approfondisce la questione dei referendum, partendo dalla lettura di un articolo.
“Leggiamo un piccolo pezzo di un’intervista senza dire chi è l’intervistato, vediamo se siamo d’accordo con il contenuto e poi vediamo chi è l’intervistato e se è ancora possibile essere d’accordo”.

Dalle righe dell’articolo preso in considerazione: “A me sembra che ci sia un tentativo orientato al non raggiungimento del quorum, che qualcuno abbia puntato su quella carta lì, impedire l’affluenza”. Il riferimento è ovviamente ai referendum e la denuncia è che non ci sia sufficiente informazione, dibattito, con il rischio che i cittadini possano essere indotti a non andare a votare”.

“È possibile essere d’accordo con la denuncia? – Si domanda – Beh è difficile non essere d’accordo con la denuncia nel senso che effettivamente c’è un clima di mancanza di informazione e c’è rischio che per effetto di questa difettosa informazione non si raggiunga il quorum”.

Prosegue: “C’è qualche motivo di perplessità quando si legge il nome dell’intervistato. L’intervista è resa a Libero da Roberto Calderoli. E cioè da un esponente di punta della Lega che è una delle forze politiche che ha promosso questi referendum. Chiunque si sia occupato di referendum sa perfettamente che l’iniziativa politica rivolta a sostenerlo non si esaurisce con la raccolta delle firme. Esiste un percorso lungo fatto di diverse tappe che occorre rispettare e sul quale correre in modo impegnato e disciplinato. La prima tappa è quella del giudizio di ammissibilità della Corte Costituzionale, anche in vista di quell’appuntamento occorre forte iniziativa politica di sostegno. Ma poi ancora la tappa fondamentale, quella dell’appuntamento di voto. Non si arriva con i cittadini ben informati se non si fa iniziativa politica rivolta a reclamare che ci sia informazione. Sino ad ora l’iniziativa politica di sostegno referendario da parte della Lega è stata di discutibile forza. Il punto è questo, caro Calderoli, che non ci si può limitare a qualche lamentazione come questa senza assumere però iniziativa politica rivolta veramente a far sì che i cittadini siano informati. Questa è una denuncia che può fare un cittadino comune, non un esponente politico di rango della forza politica che ha promosso questi referendum”.

“Per dirla in una parola, il referendum non è un selfie che lo porti su Twitter e poi arrivederci. E’ una cosa un po’ più seria, complessa, difficile, impegnativa”. Conclude.

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