Caso alpini, Hoara Borselli: “Non confondiamo le molestie con il catcalling, dove sono finite le femministe di una volta?

La questione degli alpini sta raggiungendo vette altissime, si dice addirittura che le denunce siano arrivate a quota 500. Si parla sempre di denunce via social o media perché di denunce formali consegnate in procura ce ne è solo una.

Ma dove arriva il limite della molestia e dove sconfina nella molestia sessuale? Perché si è perso il focus. Se una donna subisce una violenza reale è giusto che vada a denunciare questa o queste persone che devono essere perseguite e punite, però quello che abbiamo sentito in questa vicenda sono manifestazioni di ragazze scioccate perché le sono stati messi cappelli di alpini sulla testa o dati due baci sulle guance.

Sicuramente ci sono stati insulti sgarbati, fischi non accettati. Si parla di un raduno di 500mila persone dove magari ci sono stati 10-15-20-30 imbecilli che possono aver rivolto frasi scomposte, sessiste a delle donne.

Ma noi donne abbiamo la capacità e la forza di reagire a situazioni del genere? Dove sono finite le femministe che negli anni ’60 ci hanno portato a leggi come quelle sull’aborto, sul divorzio, quelle donne che sull’autobus rispondevano con una gomitata sulle costole alla ‘mano morta’, quelle che quando gli si chiedeva con quale desinenza volessero essere chiamate se assessora, avvocata, rispondevano che non avevano tempo per queste sciocchezze.

Oggi noi donne siamo figlie di un femminismo che ci vuole smidollate, senza una spina dorsale di ferro ma con la valvola lacrimale lenta. È arrivato il momento di riacquistare la consapevolezza e tornare ad essere capaci di difendersi da sole.

Che non vuol dire non denunciare ma saper distinguere la molestia dal catcalling, questo fischio per strada che c’è sempre stato. Può essere fastidioso, antipatico, estremamente maleducato, ma non ci da la licenza di denunciarlo come atto violenza perché facendo così depotenziamo le vere violenze sessuali che subiscono le donne e manchiamo fortemente di rispetto a chi le violenze le subisce davvero.

Di Hoara Borselli.