Boris Johnson, Liguori: “Vuole la guerra totale, non cede però poi perde le elezioni”
Questa che vi racconto in anteprima è la storia di Boris il Borioso, chi è? Naturalmente il primo ministro della Gran Bretagna. Sono 70 giorni di guerra che sentiamo il martello di Boris che si abbatte su Putin e sui Russi. Non so quante gliene vorrebbe fare, a favore degli ucraini.
Ma anche noi siamo a favore degli ucraini. Ma noi siamo l’Europa. Boris, no. Boris è la Gran Bretagna. È voluto uscire dall’Europa nel 2016 perché diceva che sennò quei barbari dell’Europa sarebbero venuti in Gran Bretagna.
Gli hanno dato ragione alcuni inglesi dispersi nel grande territorio della Gran Bretagna, i quali hanno votato come diceva lui. A Londra no. A Londra hanno detto forse sarebbe meglio stare in Europa.
Benissimo. Che cosa succede a Boris il Borioso? Come i pifferi di montagna è partito lancia in resta in questa guerra più degli Stati Uniti, più della Nato. Ha detto qui dobbiamo fare una guerra totale. Arrivare a Mosca, catturare Putin, naturalmente poi processarlo, condannarlo.
C’è però un problema: Boris aveva dietro di sé una grandissima debolezza. Ovvero, non aveva il consenso degli inglesi: alle elezioni amministrative sta perdendo a catafascio. Una sconfitta che si sta trasformando in una valanga ovunque, persino nel seggio di Westminster, dove i conservatori non perdono da mai.
Cosa vuol dire questo: la politica di Boris è condizionata dalle sue difficoltà interne. Come i pifferi di montagna è partito per suonare ed è tornato suonato. Questa è la sorte di chi tratta queste parole belliche con troppa superficialità.
Se sentite ogni mattina i comunicati dall’Inghilterra, che sono quelli dei servizi segreti, sono una sequenza dietro l’altra di vittorie loro, sconfitte russe. Nel frattempo, sul terreno sta succedendo tutt’altro. Nel frattempo si cercherebbe qualcuno capace di mediare. Ma Boris no. Boris non cede. Boris non media. Però poi perde le elezioni.
E non lo dicono. Io vi sto dando un’anteprima. Lo vedrete nei prossimi giorni perché in Gran Bretagna un po’ la nascondono, fino ad un certo punto.
Altre fonti d’informazione in Italia la minimizzano. E invece è una sconfitta grave per Boris. Se ne potrebbe andare. E uno potrebbe pensare che tra due anni rischiamo di avere ancora Putin ma Johnson non più? Forse gli inglesi potrebbero chiederselo. E gli potrebbero chiedere: Boris cambia tono, non politica. Questo tono non piace fuori dalla Gran Bretagna. E non piace neanche a noi dentro.