Interviste - 18 Maggio 2022

Nuovo DDL, Zan: “Estenderemo legge Mancino. Picchiare qualcuno perché gay sarà crimine d’odio”

All’indomani della giornata contro omofobia, bifobia e transfobia la vicedirettrice Angela Azzaro ospita su Riformista Tv l’onorevole del Partito Democratico Alessandro Zan.
Durante la giornata non sono mancate le polemiche della destra italiana correlate alla circolare del ministro Bianchi di parlare a proposito di discriminazione nelle scuole. Zan: “Questa è una destra purtroppo arretrata, tra l’altro reazionaria che guarda all’Ungheria di Orban, alla Polonia. Parliamo di una circolare che adempie agli obblighi della Buona Scuola, per la quale si deve parlare di discriminazione a scuola. E invece Meloni e Salvini hanno protestato perché ‘si veicola la propaganda gender’. Allora mi chiedo se per loro la propaganda gender è il fatto che un bambino possa picchiare il proprio compagno di banco o rompergli la mascella con un pugno per il suo orientamento sessuale? Hanno inventato questa propaganda gender per spaventare le persone. Qui parliamo di lotta alle discriminazioni e le scuole sono il più adatto per lavorare sulle differenze”.

Dunque, la decisione di ripresentare il DDL Zan al Senato, riprovandoci. Spiega Zan: “Dopo quel terribile applauso al termine dell’ultimo voto, le piazze si sono riempite soprattutto di giovani che hanno visto quell’applauso come un lasciapassare per oppressori, omofobi e razzisti”.

Sul tempo presente: “Se ci fosse una legge contro i crimini d’odio, gli aggressori non avrebbe legittimità a picchiare la gente per strada. Non dobbiamo ritornare a quel voto, ritorneremmo ad altre botte. Noi dobbiamo arrivare ad un accordo politico”. Qual è la speranza: “Se adesso Renzi fa retromarcia e i veri liberali di Forza Italia al Senato sostengono la legge, ce la possiamo fare”.

I punti dell’accordo politico sui quali si può trovare un accordo: “Siamo disponibili a discutere sulle parti relative alla scuola, inserendo il tema dell’autonomia per ribadire le scuole che possono e vogliono intraprendere percorsi contro le discriminazioni. C’è il tema dell’articolo 4 relativo alla libertà d’espressione per tranquillizzare il mondo cattolico. E poi l’articolo 1 sulle definizioni. Quello su cui non ammettiamo mediazioni è quello di togliere l’identità di genere dagli articoli 2 e 3 della legge Mancino. Perché il concetto di identità di genere, che è stato definito dalla Corte Costituzionale come un principio inviolabile della persona, ci consente di tutelare le persone trans che sono le più picchiate le più uccise”.

“Estenderemo nella legge Mancino le altre motivazioni d’odio”. Pone poi l’esempio: “Come detto da un consigliere regionale della Lega ‘Se avessi un figlio gay lo brucerei in un forno’” la legge Mancino non potrebbe essere applicata. Diversamente la legge scatterebbe con l’affermazione: “Se avessi un figlio nero lo brucerei in un forno. Purtroppo non esiste la motivazione legata all’orientamento sessuale. Tutto qui chiediamo di estendere una legge che esiste già”.
Cosa succederebbe se l’accordo politico non si riesca a trovare: “Non bisogna mollare di un millimetro la battaglia. In questi due anni abbiamo fatto diventare i crimini d’odio un argomento mainstream nel paese. Un argomento dove tutti hanno discusso di questo tema. Nelle case, a tavola erano i figli che spiegavano ai genitori i contenuti del DDL Zan. Il futuro promette bene. Faremo di tutto per approvare la legge in questa legislatura. Ma, se non fosse così, arriverà prima o poi il momento”.

Perché secondo Zan l’identità di genere è un concetto che fa tremare il mondo politico, un concetto maneggiato dai giovani in maniera disinvolta: “Perché anche su questo sono state raccontate molte fake news come se l’identità di una persona, qualcosa che la persona non sceglie, potesse mutare a seconda dei giorni. Queste stupidaggini creano confusione, lavorando anche sulle paure ancestrali delle persone. L’identità di genere è un concetto giuridico consolidato non solo in Italia ma a livello internazionale. Il termine stabilisce che se una persona ha un’identità di genere che non corrisponde al proprio sesso biologico, quella stessa persona non ha scelto la sua identità. La scelta sta nel viverla serenamente, esprimendosi per quello che si è”.

Ma è possibile costruire il cambiamento attraverso un reato, ovvero attraverso l’estensione della legge Mancino? Dunque, se la vera sfida siano i diritti e non i reati. Zan: “Si agisce sulle strade culturale e dell’educazione. L’altra parte riguarda il contrasto alle violenze. Se noi vivessimo in una città ideale, dove le persone vengono picchiate per la propria identità, non ci sarebbe bisogno di una legge Mancino o di un DDL Zan. L’articolo 3 della nostra Costituzione dice che tutti i cittadini hanno gli stessi diritti. Tuttavia, quando non è così la Repubblica rimuove gli ostacoli di ordine sociale ed economico per il pieno rispetto della persona umana”.

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