Reddito di cittadinanza, Borselli: “Un fallimento, Italia torni a fare politiche attive per il lavoro”
E’ sempre attualissima la discussione sul reddito di cittadinanza. Se ne parla soprattutto adesso, ora che il Governo di Giorgia Meloni ha detto che va rivisto, migliorato. Nello specifico è stata messa una clausola, quando un percettore del reddito riceve una chiamata di lavoro e la rifiuta il reddito gli viene tolto. Questo perché era necessario intervenire perché c’era un grande spreco di denaro, i numeri hanno disatteso le aspettative, ricordate Di Maio quando disse “Abbiano abolito la povertà”, ebbene, i dati ci dicono qualcos’altro.
La Corte dei Conti dice che su tre milioni di percettori del reddito di cittadinanza soltanto 536 percettori sono stati assunti. Un’analisi fatta dal 2019 al 2022, questo significa che solo una manciata di aziende ha usufruito del c redito di imposta per inserire in azienda chi ha ricevuto il reddito. Ora, noi dobbiamo uscire da questa narrativa semplicistica che dice che chi vuole difendere il reddito è dalla parte dei poveri e chi invece vuole metterci la mano se ne infischia. Cosa dice la destra, il governo della Meloni? “Noi non vogliamo togliere nessun sussidio ai poveri, anzi, coloro che non sono in grado di poter lavorare e sono in uno stato di grande indigenza vengono aiutati”.
Del resto, questo deve fare lo stato, noi paghiamo le tasse per un welfare che funzioni e in questo deve intervenire. Però il reddito si è rivelato fallimentare, c’è uno sperpero di denaro, truffe giornaliere che vengono fuori da persone che percepiscono questo reddito senza averne diritto e sono tutti soldi che possono essere inseriti nel mondo del lavoro per andare a incrementare politiche attive perché non esiste uno stato che possa crescere se non investe sul lavoro ma sulla sussistenza.