
Minori spingono coetaneo sotto il treno, Borselli: “Non percepiscono il pericolo delle loro azioni”
Siamo alla stazione ferroviaria di Seregno. Un ragazzo viene spinto da due minorenni, suoi coetanei, sui binari con il treno in transito. Fortunatamente è riuscito ad incastrarsi tra i vagoni non finendo sotto le ruote. Perché è successo? Una tragedia mancata partita come una spedizione punitiva nei confronti del malcapitato reo, a detta dei due minori ora fermati dalla polizia, di aver mandato dei messaggini ad una ragazza. L’hanno seguito in stazione e cerato di rubargli la felpa. Lui si è opposto e quindi l’hanno spinto come un oggetto sotto il treno.
È stata solo una fatalità che il ragazzo si sia salvato. Sarebbe potuto morire. Il problema sociale sottolineato dal procuratore è legato alla mistificazione che i ragazzi fanno della realtà. Non riescono a distinguere il reale dal virtuale. Considerano le persone come degli oggetti a buttare. Il problema viene dai modelli che vengono esposti in rete, che i nostri ragazzi prendono ad esempio. I ragazzi non riescono più a percepire la pericolosità delle loro azioni. Oggi passa tutto per la spettacolarizzazione veicolata da internet che porta i giovani a fare cose gravissime e a banalizzarle.
Non c’è più il limite tra la vita e la morte, ammazzare è diventato un atteggiamento di quasi normalità, soprattutto tra i minorenni. C’è una deriva emergenziale nelle baby gang, rispetto alla quale quale politica e istituzioni devono unirsi per affrontarla.