
Maturità, Borselli su obbligo mascherine: “Nessuna utilità sanitaria ma solo un modo per controllare i ragazzi”
C’era stato un decreto legge che imponeva l’obbligo di mascherine per gli studenti fino al 31 agosto. Il Codacons non ci stava, opponendosi. Ha detto: “Perché far tenere ai ragazzi le mascherine?” Poi è arrivata la sentenza del Tar che ha convalidato l’obbligo per i nostri ragazzi di indossare il feticcio di Speranza anche durante gli esami di maturità.
Quando non c’è alcuna evidenza scientifica che abbia dimostrato ad oggi l’utilità preventiva di indossare le mascherine, ci chiediamo come mai questa venga imposta a 8 milioni di ragazzi che poi magari vanno a aperitivi, concerti, discoteca, mare, o fanno assembramenti. Vivono la loro vita senza la mascherina. Ci chiediamo perché sia all’interno delle scuole.
Il ministro Bianchi si è lasciato andare ad una frase alquanto surreale: “La mascherina ha un valore educativo”. La mascherina deve essere utilizzata se c’è la necessità. È stata utilissima durante il periodo della pandemia, quando la scienza ci ha detto che era necessario indossarla.
Oggi siamo l’unico paese che la richiede sui mezzi, sugli aerei. Paradossale. Se si prende un treno da Milano a Parigi, nella tratta fino al confine la si deve indossare. Poi sullo stesso treno, le stesse persone possono toglierla. Arriva l’annuncio ‘Adesso potete togliere la mascherina’.
Siamo veramente all’interno di paradossi. Però ci chiediamo perché i nostri ragazzi, estremamente vessati da queste misure restrittive e facendo i conti con la propria socialità e libertà, ancora sono costretti ad indossarla fino a luglio, quando sono chiamati a fare gli esami.
Quindi, fino a fuori scuola non l’avranno. Poi la dovranno mettere. È un gesto che non ha alcuna utilità a livello sanitario. È un atteggiamento, un modo per dire siete sotto controllo. Voi ancora dovete essere puniti.
A noi tutto questo sembra ingiusto. Ci saremmo associati al Codacons. Purtroppo poi è arrivato il Tar. In questi giorni sembra che Bianchi abbia paventato l’idea di tornare in presenza non escludendo che i nostri ragazzi possano tornare tra i banchi di scuola ancora con questo feticcio sul volto. Noi speriamo che ciò non accada perché questa vergogna è andata avanti ormai troppo a lungo.
Di Hoara Borselli