Insulti contro Meloni, Borselli: “Vincerà le politiche perciò vittima dell’ipocrisia stucchevole delle intellettuali di sinistra”

Chi sono le più grandi nemiche delle donne? Le donne stesse. Lo stanno dimostrando in questi giorni. È bastato che una donna, una leader, Giorgia Meloni abbia scavalcato tutti arrivando nell’Olimpo delle preferenze.

Probabilmente, Giorgia Meloni nel 2023 diventerà Presidente del Consiglio e le donne, quelle soprattutto di sinistra, le giornaliste, le intellettuali non ci stanno. Quindi cosa fanno? Mettono in atto la più becera battaglia che si può fare per screditare una donna. Le stanno dicendo di tutto. Le hanno dato della buffona, della fascista, della manganellatrice, dell’incapace, qualunque cosa.

Questi sono gli stessi insulti che queste donne, dietro la loro ipocrisia femminista, cercano di combattere. Le donne, così attente alle vocali, alle desinenze, ai grembiulini rosa e azzurri, a cercare di non offendere la sensibilità delle persone, quando una giovane donna per merito riesce a raggiungere questi risultati, non ci stanno.

Ecco allora che si dimenticano improvvisamente tutta questa difesa strenua, dico spesso stucchevole, nei confronti della donna, tirando fuori tutto il veleno possibile. Abbiamo visto qualche giorno fa, durante una puntata di 8 e mezzo Lili Gruber che incentra una puntata intera a screditare solo Giorgia Meloni. E via tutti dietro: la Cirinnà, la Quartapelle, tutte insieme coalizzate in un’unica battaglia a cercare di affossarla.
Noi sappiamo benissimo che da qui alle politiche del 2023 ci sarà veramente una congiura nei confronti di Giorgia Meloni, da una parte perché donna, dall’altra perché di destra. Lo abbiamo visto con Berlusconi, poi a seguire con Salvini e oggi lei.

Quindi questo buonismo e questa ipocrisia democratica non risparmiano nessuno. Non risparmiano la Meloni però almeno ci risparmiassero l’ipocrisia di quel buonismo stucchevole che si scioglie come la neve del sole.

Di Hoara Borselli