
Ceccardi (Lega): “Stanare i fascisti? Da Rifondazione Comunista un linguaggio che evoca il terrorismo degli anni ’70”
Borselli: “In collegamento Susanna Ceccardi, Europarlamentare della Lega, che al momento si trova a Bruxelles. Vorrei fare con te una chiacchierata su una notizia – surreale – a cui ho già accennato in passato”.
Ceccardi: “Leggendo le pagine del Tirreno ho appreso che ad Empoli si organizzava da Rifondazione Comunista un corso intitolato: “Stanare i Fascisti”. Questa parola, banale, mi ha particolarmente colpita, facendomi a tornare alla mente momenti molto bui, quegli degli anni 70. Allora ho fatto un post semplicemente per dire che questa parola, stanare, evoca un linguaggio terroristico che non si addice ai giorni nostri. Che cosa si stana? Si stanano le prede per ucciderle. Allora, a prescindere dall’identità politica, bisogna prendere le distanze da un’ideologia che ha fatto milioni di morti, questo assolutamente, però credo che oggi, nel 2022, non si dovrebbe proprio stanare nessuno”.
Borselli: “Rifondazione ha fatto un corso, che parte dall’11 ottobre, suddiviso in 5 date dove si parla del fascismo e si cerca di identificare le figure fasciste per combatterle. Un linguaggio violento che è un po’ quello messo in campo durante tutta la campagna elettorale dalla sinistra. Fortunatamente gli italiani non si sono fatti intimidire”
Ceccardi: “Purtroppo è un déjà-vu. Io ero stata candidata alla presidenza della regione Toscana nel 2020 e proprio in quella campagna elettorale la sinistra fece una campagna contro la deriva fascista, che guarda cosa arriva solo durante la campagna elettorale. E mentre noi parlavamo di grandi temi, infrastrutture etc, la sinistra si concentrava soltanto sul pericolo del ritorno al Fascismo, come se dall’altra parte ci fossero il fascismo quando tutto il Centrodestra ha condannato con forza le ideologie del passato. Evidentemente nell’elettorato di sinistra queste cose fanno ancora presa”.
Borselli: “Mi sembra scontato dire che se uno deve fare un corso per identificare un fascista, vuol dire che in realtà i fascisti non ci sono più”
Susanna Ceccardi: “Oggi la polemica continua anche sui giornali e il circolo di Rifondazione annuncia querela contro di me perché ho detto che hanno usato un linguaggio che evoca il terrorismo degli anni ’70 e io lo ribadisco. Ricordiamo la frase che veniva usata in quegli anni: “La resistenza ce l’ha insegnato, uccidere il fascista non è reato”. Ecco io credo invece che il nostro codice penale e le leggi internazionali ci insegnino che uccidere chiunque è un reato e molto grave. Queste sono le terminologie che speravamo fossero ormai sepolte invece ritornano. Ben vengano i corsi di approfondimento della storia, i partiti politici sono luoghi di aggregazione ed è giusto che li facciano, però li invito caldamente a cambiare il titolo perché questo non pone in bella luce il partito che li organizza. Non voglio dare consigli agli altri ma questo linguaggio è inaccettabile nel nostro vivere civile. Per me non c’è niente di querelabile perché il termine “stanare qualcuno” è un linguaggio violento”.
Hoara Borselli: “Soprattutto perché tu rivendichi questo anche per mettere la parola fine a questo linguaggio di odio che sta assumendo delle derive, se tu vedi anche i ragazzi nelle piazze che bruciano le foto della Meloni al grido “colpiamone uno per colpirli tutti”, poi alla fine se non è la politica a dire di utilizzare un linguaggio diverso cresciamo i ragazzi con la convinzione che sia cosa normale parlare così”.
Susanna Ceccardi: “Io voglio difendere la libertà di espressione e di pensiero, il politicamente corretto oggi ha schiacciato anche il nostro modo di esprimerci e ci sentiamo imbrigliati in alcuni concetti. Però un conto è la libertà di pensiero e di espressione che io difendo fino alla fine in qualsiasi contesto e un conto è usare un linguaggio violento che può davvero indirizzare verso un passato che non vorremmo tornasse quindi agli amici di Rifondazione e a quelli di qualsiasi altro partito dico stiamo attenti perché chi fa politica ha un compito in più che è quello anche di usare un linguaggio appropriato”.