
Carcerazione preventiva, Borselli: “25mila detenuti subito fuori. Lo dice la Costituzione”
Il nostro è il Paese delle emergenze. C’è stata l’emergenza del covid, della guerra, dell’inflazione o ancora della siccità. Oggi siamo in pieno delirio politico. Tutti a chiedersi che cosa accadrà i l 25 settembre.
C’è poi un’emergenza silente, un’emergenza invisibile, quella della vergognosa situazione in cui riversano le nostre carceri. Un suicidio ogni 5 giorni, 25mila sono in cella senza ancora aver affrontato subito il processo. Quindi, questa carcerazione preventiva di persone che poi magari verranno ritenute nella maggior parte dei casi innocenti.
C’è il caldo. È vero, ci lamentiamo. Ma nessuno si preoccupa del caldo che c’è all’interno delle carceri. Questo sovraffollamento, questa condizione di vita dove la dignità umana sembra essere inesistente. C’è l’associazione “Nessuno tocchi Caino” che ogni anno a ferragosto va nelle carceri a controllare quella che è una situazione che non sembra non migliorare mai. Anzi, di anno in anno peggiora.
Sicuramente questa carcerazione preventiva peggiora ancora di più quello che accade. Noi teniamo delle persone detenute che costituzionalmente dovrebbero stare fuori. Che cosa dice la nostra Costituzione: “Fino a quando tu non vieni reputato colpevole, devi essere libero perché abbiamo la presunzione d’innocenza. Se ancora la vogliamo far valere”.
Quando le persone sbagliano è giusto metterle in carcere. Ma l’obiettivo principale di una detenzione è quello di riabilitare una persona per permettergli di ritornare in un tessuto sociale. Come possiamo pretendere che una persona possa migliorare all’interno delle carceri se quella è la condizione disumana in cui vive.
Benissimo la pena, benissimo il fatto che una persona debba pagare rispetto a quello che ha fatto, però non dimentichiamoci mai che la dignità della persona deve sempre prevalere su tutto.