
Aborto, gli Usa pronti ad annullare un diritto fondamentale: si torna al Medioevo
Sta facendo molto discutere la bozza di un testo che per la prima volta è filtrata all’esterno del Tribunale Supremo degli Stati Uniti che vuole cancellare il diritto all’aborto.
Parliamo di una sentenza del 1973 che poi è stata confermata da una seconda sentenza del 1992. Negli Usa la maggioranza dei giudici conservatori già da febbraio aveva deciso di pronunciarsi contro la sentenza, definita sbagliata, una sentenza che – secondo i giudici – invece di unire gli Stati rispetto al diritto all’aborto non avrebbe fatto altro che aumentare la divisione sul tema.
Ora la cosa importante è leggere come il giudice Alito argomenta questa eventuale disposizione. “La Costituzione non fa alcun riferimento all’aborto e nessun riferimento al diritto all’aborto si trova nemmeno implicitamente in nessun dispositivo costituzionale. E’ ora di rendere ragione alla norma fondamentale e restituire ai rappresentanti eletti dal popolo la facoltà di trattare l’argomento”.
Quindi in sostanza dice che sarebbe giusto che ogni Stato decidesse in modo indipendente rispetto a questa norma. Però in Oklahoma c’è un precedente, lo Stato ha approvato una norma che vieta l’aborto dopo la sesta settimana di gestazione. Molto spesso le donne si accorgono di essere incinta dopo la sesta settimana, non tutte immediatamente capiscono di esserlo. Quindi vorrebbe dire implicitamente negare questo diritto.
Le battaglie femministe ci hanno portato questa legge, il diritto all’aborto, il diritto di poter scegliere rispetto alla nostra vita, rispetto a quello che vogliamo fare su un tema così importante dove solo la donna può rispondere. Pensare che venga rimessa in discussione è un po’ come tornare indietro, tornare al Medioevo e buttare all’aria tutte quelle che sono le battaglie importanti di civiltà per la donna.
Di Hoara Borselli