No smartphone a scuola, Hoara Borselli: “Togliere il cellulare ai ragazzi significa aggirare il problema, non risolverlo”
“Sta facendo molto discutere un provvedimento approvato all’unanimità al liceo Malpighi di Bologna che ha proposto una “no smartphone zone”, ovvero ai ragazzi togliamo i cellulari appena entrano a scuola e gli verranno restituiti al momento dell’uscita. È chiaro che questa notizia ha creato una spaccatura. C’è il fronte di chi dice ‘si hanno fatto bene’ – perché comunque a scuola i telefonini non si usano – e dall’altro lato chi dice ‘no, non va bene questo divieto perché ragazzi devono essere responsabili e da soli devono sapere di non dover utilizzare il cellulare in classe. Ora, premesso che dalla mia ritengo che all’interno della scuola sia giusto, lecito e sacrosanto che i telefoni non debbano essere utilizzati perché i telefoni si utilizzano fuori, a scuola si va per studiare, quindi non c’è la necessità di fare comunicazioni o comunque distrarsi con il telefono. Quindi, premesso che è giusto vietare l’utilizzo dei cellulari all’interno dell’Istituto, cerchiamo di capire se è giusta o meno questa presa di posizione. Io ritengo che la scuola dovrebbe essere questa. Insomma è la sua missione, una sorta di continuità educativa rispetto a quello che fa la famiglia. E quindi cosa si deve fare, in termini di educazione per i ragazzi, se non responsabilizzarli? E come fai a responsabilizzare un ragazzo se tu risolvi in maniera semplicistica il problema togliendogli il telefono? Forse è molto più produttivo, per la crescita di un ragazzo, dire questa cosa è vietato farla, io te lo lascio a disposizione, io ti dimostro di avere fiducia in te che non lo utilizzi, allora lì avviene lo scatto di crescita.
Se tu glielo togli, beh a quel punto non risolvi il problema ma semplicemente lo aggiri. Poi è chiaro ed evidente che una volta che il ragazzo viene informato del fatto che questa è una regola e non bisogna trasgredire, se viene colto con il telefono in mano è giusto e doveroso prendere dei provvedimenti. Però io ritengo che in un periodo di crescita dei ragazzi, che quindi riguarda anche questa età, al liceo si debba lavorare anche molto sull’autostima dei ragazzi. E tu come fai a far aumentare l’autostima in un ragazzo se dimostri di non avere fiducia in lui? Io credo che rispetto a questo provvedimento dovrebbe essere giusto e logico parlare con i ragazzi, non trattarli come dei bambini a cui sottrai un gioco, dici che all’interno della scuola il telefono non si utilizza, però noi insegnanti, noi istituto, ti diamo la fiducia di fartelo tenere. È chiaro ed evidente che se tu trasgredisci poi alla fine ne paghi le conseguenze”. Di Hoara Borselli.