Prado: “Il razzismo inconsapevole sui quotidiani nazionali”

Oggi ci occupiamo di un titolo di giornale: “Violenza sessuale in centro a Milano, studentessa aggredita da un venditore di sigarette”.
Si faccia l’ipotesi che non fosse un venditore di sigarette ma fosse un architetto, un avvocato, un’elettrauto, un consulente immobiliare, un commercialista. Credete che sarebbe finita nel titolo la qualifica professionale? No credo che non ci sarebbe finita.

E quindi a cosa serve mettere la qualifica professionale in un titolo come questo? Serve semplicemente a grattare la panza di un razzismo inconfessato, un razzismo inconsapevole che non è però meno pericoloso di quello aperto, conclamato, urlato.

Qualcuno potrebbe dirmi che non stiamo parlando dello strillo scopertamente razzista. Non stiamo parlando della banana tirata al calciatore di colore. No, in questo caso stiamo parlando di altro, ovvero di un fenomeno insidioso perché inconsapevole. Un po’ più difficile da combattere, quello che difficilmente può essere contrastato perché non si riconosce facilmente e impregna la fibra civile di una società.

In questo caso il titolo è sul Corriere della Sera, ma poi promettiamo che non ce ne occuperemo più. Possiamo fare lo sforzo di evitare di infilare la provenienza sociale o geografica in un fatto di cronaca nera. Ecco forse evitarlo sarebbe meglio.

Questo il tema del giorno per la rubrica del Riformista Tv curata dell’avvocato Iuri Maria Prado, pillole di approfondimento e sguardo critico sui giornali nazionali più importanti del nostro Paese.