In Prima Linea - 15 Giugno 2022

Ucraina, Capuozzo: “Siamo ormai abituati a una prosecuzione notarile del conflitto ma crescono le richieste di negoziati”

Ogni giorno che passa sembra crescere l’abitudine rassegnata a registrare la continuazione della guerra nel Donbass, lenti avanzamenti delle truppe russe, una situazione in quello stabilimento Azot che sembra ripercorrere il percorso già visto alla Azovstal di Mariupol, le richieste pressanti del rifornimento di nuove armi, i ministri della Difesa di un gran numero di paesi che si incontrano per leggere questa lista della spesa e per capire come soddisfarla.

Questa prosecuzione ormai notarile di un conflitto al quale sembriamo esserci abituati, vive probabilmente a una stazione di bivio. Da un lato c’è la continuazione del conflitto che così com’è non potrà durare per sempre perché è evidente la fatica da parte dell’Ucraina di tenere duro sulle linee del Donbass e nessuno può escludere che i russi ingolositi dalle avanzate pretendano di andarsene oltre addirittura fino alle rive del fiume Dnepr. Il rischio di un allargamento, di un ricordo ad armi peggiori è sempre dietro l’angolo.

Dall’altra crescono ad alta voce o sussurrate le richieste di negoziati, oggi la telefonata di Xi a Putin nella quale la Cina ha sollecitato una soluzione negoziale responsabile per la crisi ucraina, domani il viaggio della triade europea a Kiev. Vedremo cosa andranno a dichiarare, sicuramente un sostegno rinnovato a Zelensky e se però a bassa voce premeranno perché l’Ucraina si acconci a un negoziato che sarà inevitabilmente doloroso perché dovrà comportare delle rinunce costose per un popolo che si è battuto con coraggio e con successo – nella fase iniziale – contro l’invasione di un vicino molto più forte.

Negli Stati Uniti sta crescendo la consapevolezza che prendere la via per una continuazione del cofltto di lunga durata finisca per essere non solo una scelta perdente ma intanto una scelta costosissima.

Di Toni Capuozzo

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