Zaki torna libero, il video dopo l’uscita dal commissariato: “Grazie mille Italia”
Un lungo abbraccio dopo 22 mesi di ingiusta detenzione. Dopo 669 giorni è da brividi la foto che riprende Patrick Zaki abbracciare la madre Hala all’esterno del commissariato a Mansoura, in Egitto. “Sto bene, forza Bologna” le prime parole del 30enne ricercatore e studente egiziano all’Università di Bologna in carcere dal 7 febbraio 2020 con l’accusa di “diffusione di notizie false”.
Capelli tirati all’indietro, occhiali e vestito con una tuta e scarpe da ginnastica bianche, colore simbolo degli imputati nei processi egiziani. Ad accoglierlo oltre alla madre anche la fidanzata, la sorella e altri amici. La scarcerazione, ma non l’assoluzione, è stata decisa dai giudici egiziani con Zaki trasferito ieri dalla prigione di Tora, nei pressi de Il Cairo, a quella di Mansoura, vicino casa sua. Il rilascio poco prima delle 14 (ora italiana) di mercoledì 8 dicembre.
“Patrick Zaki è stato scarcerato”. Lo annuncia Eipr in un tweet, pubblicando una foto del ricercatore in strada abbracciato alla sorella minore, Marise, che in questi 22 mesi ha diffuso spesso messaggi in cui pregava che arrivasse presto il giorno in cui il fratello tornasse libero.
Una volta arrivato a casa, Zaki ha indossato una maglietta dell’Università di Bologna, che l’ateneo gli aveva fatto recapitare. “Sto aspettando, vedrò nei prossimi giorni cosa succede: voglio essere in Italia il prima possibile, appena potrò andrò direttamente a Bologna, la mia città, la mia gente, la mia università” ha dichiarato all’Ansa nella casa della famiglia a Mansoura.