La Contro-Rassegna - 31 Maggio 2022

Uvalde, Prado: “Lo stragista come i russi. Un paragone insensato e assolutamente da evitare”

Ieri commentando un articolo di Antonio Socci abbiamo visto come si possano avere giudizi contrastanti sulla pace, sulla guerra e di conseguenza sulle modalità per raggiungere la pace e sull’opportunità o meno dei inviare le armi. Giudizi opposti, tutti teoricamente legittimi. L’unica cosa che ci siamo permessi di osservare e che qualunque idea si abbia è bene tenere separati argomenti che non hanno a che fare l’uno con l’altro. Anche, ad esempio, discutere di aborto quando si commentano fatti della resistenza in Ucraina forse non è del tutto appropriato.

Oggi torniamo sull’argomento perché su Avvenire, a firma di Angelo Moretti, c’è un articolo che partendo da altra parte adopera ala stessa metodologia. Questo articolo parte dalla strage in Texas e descrivendo l’assassino scrive questo: “Salvador era arrabbiato con il mondo e voleva colpirlo al cuore, i bambini. Proprio come un invasore impotente aveva annunciato le sue mosse prima di dare fuoco alle munizioni”.

L’invasore impotente al quale si riferisce è il russo che viene equiparato al ragazzotto che ha commesso la strage di Uvalde. E perché fa questo riferimento, perché parte da questo punto? Perché dice che così è insensato quello che si prospetta da parte di alcuni, ovvero frenare le future stragi armando gli insegnanti. Quindi qualcuno ipotizza di mettere in mano la Colt al professore in modo tale da fermare un prossimo stragista. Ecco come è insensato procedere in questo modo, così è insensato contrastare l’invasore impotente , cioè i russi come il ragazzo in Texas, armando i resistenti.

Se questo è il procedimento, non se ne esce. Vuoi sostenere che l’invio di armi non è una scelta opportuna. E che esistono vie alternative? Benissimo, trova argomenti efficaci e idonei per sostenere questo ma per favore non tirare in mezzo la strage dei bambini di Uvalde.

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