
Ucraina, Maraio (Psi): “I socialisti sono dalla parte degli aggrediti”
Nuovamente l’appuntamento con la rubrica Sotto Torchio condotta da Aldo Torchiaro su Riformista Tv. Oggi, in studio il segretario del Partito Socialista Italiano, Enzo Maraio.
Si incomincia subito con una riflessione sul partito e sugli orizzonti futuri: “Incominciamo col dire che il Partito Socialista Italiano, presente in parlamento, è il partito più antico d’Italia. Quest’anno compie centotrenta anni. Fino ad oggi una storia di modernità, fatta di grandi conquiste, grandi battaglie di libertà, sempre al fianco di persone in difficoltà. Guardiamo al futuro con gambe giovani, re-declinando i nostri valori ed ideali a quelle che sono le priorità del futuro: visione, lungimiranza, forza e coraggio di cambiare le cose”.
“Questo vale – argomenta Maraio – tanto per i socialisti quanto per chiunque voglia fare politica e per chi voglia mettere al bando populismo e demagogia, che sono l’antitesi del riformismo”.
Torchiaro conduce la discussione sulla guerra che affligge l’Ucraina. “Noi socialisti italiani siamo sempre dalla parte degli aggrediti, mai degli aggressori. C’è un popolo che è stato aggredito ed un popolo che ha mosso le armi per aggredire un altro popolo ed invadere un altro stato. È evidente che la Russia lo abbia fatto in dispregio delle regole del diritto internazionale. Da una nostra direzione di partito abbiamo deciso di mettere all’interno del nostro statuto con il prossimo congresso che i socialisti stanno sempre dalla parte degli aggrediti”.
Il segretario Maraio ha difatti anticipato un fatto politico, il prossimo congresso del partito: “Innanzitutto alla fine di aprile festeggeremo i centotrenta anni a Genova, la città nella quale è nato il partito nel 1892. Lì terremo il nostro consiglio nazionale, l’organo deputato ad indicare la data. Verosimilmente, come date proporrò i prossimi 1, 2 e 3 luglio qui a Roma. Si tratterrà di un congresso per rilanciare la linea politica del partito per una sfida di ricostruzione del centrosinistra del quale facciamo parte”.
Ma Torchiaro riflette anche a proposito del ritorno nelle edicole de l’Avanti. “Contro le fake-news, contro la comunicazione sbagliata e le falsità che hanno orientato il voto, il PSI dopo aver tenuto in vita con la formula online, fa ritornare al cartaceo l’Avanti della Domenica, attraverso una sinergia con Il Riformista”.
Nuovamente sul significato della parola ‘riformista’ nell’Europa di oggi: “Significa riprendere a ragionare non soltanto di quotidianità ma anche con una visione non a stretto giro. Bisogna ragionare sul futuro. L’Europa ci ha insegnato che ci sono i grandi obiettivi della transizione ecologica, del ‘Fit fo 55’, così come in Cina si ragiona per ciò che dovrà accadere con il mercato delle cryptovalute, così come la volontà di viaggiare per lo spazio. È questo il metodo dei riformisti: cambiare il contesto nel quale si vive, avere il coraggio di farlo ed avere una linea chiara per il futuro. – Prosegue – Quello che noi vogliamo fare può essere declinato in ogni settore rilevante, dalla scuola all’Università, fino ai giovani, agli anziani e alle fasce sociali più deboli. Ovunque c’è necessità di garantire giustizia sociale, libertà e democrazia il valore dei socialisti, come in Europa, anche in Italia tornerà centrale”.
Il 25 aprile è alle porte, dunque ci si chiede se il PSI sarà in piazza: “Assolutamente sì, in piazza come sempre, non per fare una mera commemorazione ma per rinnovare ogni volta e ogni anno l’impegno a difendere e a diffondere un principio: le libertà una volta conquistate non è detto che vengano considerate per sempre come ci insegna la vicenda in Ucraina”.
Ma ancora prima del 25 aprile c’è il 24, domenica si vota in Francia per l’elezione del presidente della Repubblica. E ieri sera c’è stato il confronto tra Le Pen e Macron. Sulla possibile preferenza dei socialisti alle elezioni in Francia: “Il partito socialista in Francia viene da una sconfitta sonora, di questo dobbiamo tenerne conto perché inverte una rotta per la quale i socialisti in Europa, in Portogallo di recente, hanno vinto da soli, in Germania hanno espresso il cancelliere. Quindi c’è un dato di partenza sul quale riflettere. – Premette Maraio – Non avrei dubbi sul votare Macron. Se Macron rappresenta la continuità europeista e anche un segnale di assoluta garanzia per continuare un percorso di creazione degli Stati uniti d’Europa non possiamo che votare e sostenere Macron”.
Nel dibattito tra Le Pen e Macron è stato toccato un tema che riguarda l’Italia da vicino che è quello del gas russo. Le Pen non è d’accordo sul blocco del gas russo perché sostiene che avrebbe conseguenze catastrofiche sulle aziende e sulle famiglie francesi. Per quanto riguarda l’Italia, pace o aria condizionata come ha detto il premier Draghi? “Questa è un’alternativa che ha visto Mario Draghi pentito subito dopo averla pronunciata. Ci sono state alcune scelte che abbiamo preso come paese in modo troppo superficiale. Bisogna affrontare la questione con capacità, con coraggio, ma anche con convinzione e decisione. L’Europa e anche l’Italia ha grandissime percentuali di forniture da parte della Russia, è evidente che noi non possiamo bloccare del tutto queste forniture perché altrimenti saremmo in difficoltà ma nello stesso tempo non è questa la formula per bloccare Putin nelle sue mire espansionistiche ma le forme sono di natura internazionale e diplomatica. Ma l’Italia deve pure interrogarsi sul fatto che cedere il passo al populismo di chi ha impedito la creazione dei grandi collegamenti per le forniture energetiche ci ha portato in questa condizione di soggezione che non possiamo mantenere per sempre”.
Infine, sulla necessità anche in Italia di un partito dei riformisti, Maraio conclude: “Io sono convinto che il centrosinistra debba ripartire da un presupposto, quello che populismo e demagogia debbano rimanere alle spalle e la politica deve essere centrale. La crisi dei partiti che abbiamo registrato negli ultimi decenni con la fine della prima Repubblica merita una risposta uguale e contraria. Bisogna essere ostinati nel considerare il ritorno della politica come centrale. Anche il ritorno del sistema dei partiti che sono quelli che andati in crisi hanno allontanato sempre di più il cittadino dagli eletti. Mettere in campo tutte le iniziative utili a costruire un centrosinistra riformista, che guardi avanti e che abbia coraggio sui temi della giustizia, dei giovani, dei diritti civili, che sappia essere contemporaneo e sappia declinare con idee chiare una nuova frontiera per ridare speranza ai nostri cittadini è qualcosa di assolutamente condivisibile e su questo dovremmo essere impegnati nei prossimi mesi e nei prossimi anni”.