Suicidio assistito, Prado: “A che titolo Avvenire ritiene di rappresentare tutti i malati?”
Per la Contro-Rassegna su Riformista Tv Iuri Maria Prado approfondisce sul suicidio assistito, anche in riferimento all’ultima iniziativa dell’associazione Luca Coscioni, ovvero dell’accompagnamento in Svizzera di una donna malata terminale di tumore da parte dell’avvocato Marco Cappato.
“Prendiamo Avvenire – spiega Prado – perché per questa materia è un osservatorio privilegiato”. Su di un articolo pubblicato in prima pagina dal quotidiano, Prado: “Dell’argomento se ne occupa in abbondanza ma a modo suo. Un modo purtroppo condiviso da alcuni”.
Il titolo: “Diritto alle cure non alla morte. Le richieste dei malati di tumore”. “Non si capisce in base a quale criterio – commenta Prado – un giornale qualsiasi o un partito qualsiasi ritengano di poter parlare in nome dei malati di tumore, o di qualsiasi malato. Li hanno intervistati tutti? Sono tutti iscritti ad Avvenire? Ma questo titolo, questa impostazione tradisce il pregiudizio che vizia tutto il dibattito in argomento. Si faccia pure l’ipotesi che esistano tanti o tantissimi che non vogliono fare ricorso a quel tipo di rimedio, che non vogliono porre fine alla propria esistenza. C’è qualcuno che lo impedisce? C’è qualcuno che intralcia il corso di quella decisione? Non mi pare”.
“D’altra parte – prosegue – per quanto Avvenire ritenga di rappresentare tutti, si può immaginare che esistano dei singoli che invece hanno un convincimento, un desiderio, un’ambizione di segno opposto. Questi vanno tutelati nel segno della cosiddetta libertà di scelta. Questi vanno tutelati”.
Conclude: “Per questi altri che non sono i ‘tutti’ rappresentati dai partiti della vita, da Avvenire eccetera… Per questi altri che hanno un’impostazione diversa chi decide? Il Papa, il parroco, Avvenire? Questo è il punto”.