Strage Capaci, Prado a Saviano: “Gran vantaggio se la lotta alla mafia smette di essere romanzo”

Nell’anniversario dell’uccisione di Giovanni Falcone, l’avvocato Iuri Maria Prado ritorna sui commenti di giornali e televisione, in particolare sull’intervento di Roberto Saviano sul Corriere della Sera.

Legge l’articolo a firma di Saviano: “Il tema della mafia sembra scomparso dall’agenda di governo, dai dibattiti dell’opposizione. Sembra che le mafie siano scomparse. Ma è esattamente il contrario”. Prosegue sul contenuto dell’articolo: “Saviano poi passa in rassegna i fatti che dimostrerebbero la presenza della mafia nel tessuto produttivo, nel sistema politico. Parla dell’alterazione dell’assetto di concorrenza per effetto della circolazione del capitale mafioso”.

“Benissimo, è questione di punti di vista – argomenta – Ma da un altro punto di vista, che molto minoritariamente è il nostro e di pochi altri, se la lotta alla mafia cessa di essere romanzo, se il contrasto dell’illegalità cessa di essere retorica antimafia, se il contrasto dell’illegalità cessa di essere la requisitoria televisiva del pm che canta le proprie gesta e le fa cantare, se il contrasto dell’illegalità cessa di essere la conferenza stampa al margine del rastrellamento di 500 persone, la maggior parte delle quali poi assolte o lasciate libere dai vincoli, se il contrasto dell’illegalità smette di essere l’intervista alla star della magistratura alla quale la giornalista augura buon lavoro dopo il reportage sugli arredi dell’aula bunker, in una parola se l’antimafia cessa di essere antimafia non solo bisogna dolersene ma anzi sarebbe un gran vantaggio, una grande acquisizione per lo stato di diritto”.

Conclude: “Purtroppo continua ad essere romanzo, continua ad essere intervista col giornalista incurvo davanti al pm, continua ad essere tutto ciò che a ben guardare Giovanni Falcone non apprezzava poi tanto”.