Crisi di governo, Guzzetta: “Conte già in campagna elettorale ma senza futuro”
Torchiaro: “Ben ritrovati con un nuovo appuntamento con Sotto Torchio gli approfondimenti del Riformista Tv. Siamo in un’altra giornata di trattative febbrili. Vediamo infatti subito la prima pagina del Riformista.it, quello che trovate in questo momento sul nostro sito Draghi sì, Draghi no. Gli scenari a un giorno dall’ora della verità, trattative a oltranza. Siamo in studio, lo vedete inquadrato accanto a me, con il professor Giovanni Guzzetta, costituzionalista, università di Tor Vergata, collaboratore del Riformista. Professor Guzzetta, in che tipo di crisi siamo?
Guzzetta: “Beh, siamo in una crisi molto complicata. La fantasia, diciamo della politica italiana, non ha limiti e anche in questo caso non ci siamo smentiti. È assolutamente incerto, a mio modo di vedere quello che può succedere domani. Ed è incerto perché dipende in molta, in grandissima misura ormai praticamente solo dal presidente Draghi. La questione fondamentale era il rapporto con i cinque Stelle. Il dibattito 5Stelle ha dato dei chiarimenti che forse non saranno sufficienti. Cioè ha chiarito che da una parte Conte resiste nelle sue posizioni e quindi non cede e che però ci sarà molto probabilmente un’ulteriore scissione, quindi un dissanguamento. Draghi dovrà decidere se questo dissanguamento è sufficientemente consistente per farlo ritornare sui suoi passi rispetto alla pregiudiziale che ha posto qualche giorno fa.
Torchiaro: “Questa è più una crisi politica che una crisi numerica? Perché alla fine i numeri ci sono, non c’ è l’ampio consenso quasi unanime”.
Guzzetta: “Draghi ha dovuto gestire una maggioranza molto diversa. Perderne un pezzo significa che trovare i compromessi all’interno della maggioranza che resta è più difficile perché manca una sponda delle sue mediazioni e soprattutto rischia di avere una seconda opposizione fuori dalla maggioranza in periodo pre-elettorale. Le turbolenze probabilmente aumenteranno. Quindi Draghi credo che abbia ragionato in questi termini. Insomma, la vale la pena, ma fino a un certo punto a sottoporsi a questo calvario”.
Torchiaro: “Professore, quante chance a un eventuale Draghi bis più politico, perché escludente una parte crescente del Movimento 5Stelle?”.
Guzzetta: “Ma io credo che siano ancora piuttosto alte. Insomma, credo che i margini di trattativa continuano ad esserci più politico. Sicuramente darei ancora un 60% di margine”.
Torchiaro: “È certo che si sta rivelando un Draghi più politico e meno tecnico. Qualcuno dice si è nato un grande statista, Doveva essere il banchiere che risanare i conti e ci aiutava con il PNRR e invece è diventato un uomo politico a tutto campo”.
Guzzetta: “Beh, lo è diventato, è stato costretto a diventarlo. Nel senso che ha dovuto fare i conti con la realtà della politica italiana, che forse una delle dei sistemi politici più complicati da gestire che ci siano al mondo e quindi ha dovuto fare di necessità virtù. Questo non vuol dire che si sia trasformato in un leader politico che pensa a passi ulteriori. Anzi, data la sua suo profilo, lo tenderei ad escluderlo. Però non possiamo negare che molti lo tirano per la giacchetta e anche questa grandissima solidarietà nei suoi confronti fa pensare quasi proprio un ha un movimento, diciamo in suo sostegno. La persona però è insomma ha una sua forte personalità”.
Torchiaro: “Certo, certo. E anche un po’ restia, diciamo alla vis polemica. A me, a me personalmente, a noi giornalisti sembra, come dire, particolarmente infastidito da questa querelle continua dalla vis polemica di Conte, di Di Battista. Insomma, tutto questo vociare un po’ lo infastidisce.
Guzzetta: “Ma sicuramente, diciamo le cose da fare sono talmente importanti e drammatiche che che immagino il presidente vorrebbe solo essere lasciato in condizioni di farle. Però la democrazia implica che le opinioni politiche ci siano, siano diverse”.
Torchiaro: “Senta, c’è un’area, quella riformista appunto, che sta tentando di guardarsi in faccia, di rimettersi, forse insieme, a partire da quello che è accaduto ieri a Roma proprio con la manifestazione spontanea a sostegno di Mario Draghi, dove hanno parlato in una maratona oratoria in rapida sequenza Carlo Calenda, Rosato per Italia viva, Riccardo Maggi e tanti altri esponenti di quell’ area. Può esistere un partito di Draghi che nasce da questa esperienza? Da questa strettoia della quasi crisi?
Guzzetta: “Astrattamente tutto è possibile. Però la condizione è che ci sia Draghi, che Draghi sia disponibile. Non mi pare che fino adesso abbiamo manifestato la disponibilità in questo senso. Ciò non vuol dire che non sia è opportuno. È anche utile per il Paese che ci sia un’area che si definisce con riferimento ad una piattaforma politica che è quella del governo Draghi, al di là di come ognuno la pensa. Insomma, questo Paese ha bisogno di riformismo nel merito. Poi uno discute le scelte, ma insomma le polarizzazioni non ci aiutano troppo”.
Torchiaro: “Per le turbolenze in Italia, qualcuno dice si è brindato a Mosca. C’ è una pressione internazionale per destabilizzare l’Europa, la Francia, la Germania, Gran Bretagna e adesso l’Italia?”
Guzzetta: “Ma io la capovolgerei, io non so se ci sia una pressione. Certo, se il fronte occidentale entra in crisi, ovviamente chi vi si oppone ha tutto l’interesse a gioirne. Insomma, mi pare quasi banale dirlo, però che ci sia una strategia…questo non sono veramente in condizioni di dirlo”.
Torchiaro: “Mi interessava molto il discorso che il professor Giovanni Guzzetta ha fatto con noi all’inizio. Attenzione che il voto si avvicina, comunque si va a scadenza naturale tra nove mesi e dunque questo periodo pre-elettorale è già in sostanza una campagna elettorale. Qualcuno è più in campagna elettorale di un altro, immagino. Appunto Conte, Casalino e la premiata ditta – mettiamoci dentro Marco Travaglio – vogliono iniziare già da oggi la loro scanzonata campagna elettorale, come dire a briglie sciolte, a mani libere”.
Guzzetta: “Dal punto di vista soggettivo diciamo, parlo come analista, è chiaro che un partito che ha bisogno di recuperare, come dire ‘appeal’ rispetto all’elettorato, cerchi maggiore visibilità. Questa situazione sicuramente da maggiore visibilità al Movimento 5Stelle. In questa vicenda, ad esempio, la Lega ha tenuto un comportamento più di stampo più distaccato. Insomma, non mi sembra che si possa dire è chiaro che tutti i partiti sono contagiati dall’imminenza delle elezioni. Per questo penso Draghi sia molto preoccupato di quello che può succedere se perde un pezzo della propria maggioranza. Il problema è quanto sarà grande questo pezzo che perde”.
Torchiaro: “Forza Italia e Lega sono d’accordo su un punto: “Votiamo la fiducia al discorso di Draghi che seguiremo domani a partire dal Senato. Poi va a Montecitorio. Si, lo voteremo a patto che non ci sia più il Movimento 5stelle fuori Conte dalla maggioranza. Che cosa vuol dire? Cosa significa che ci aiuti a tradurlo?”.
Guzzetta: “Per Lega e Forza Italia si tratterà di valutare che cosa significhi questo smottamento del Movimento. Ma che il movimento resti fuori come ditta, diciamo così mi pare scontato. Diciamo lo stesso dilemma che Draghi soltanto che Draghi ha una responsabilità in più, perché dipende soprattutto da lui quello che succederà”.
Torchiaro: “Faccio una citazione senza citare la fonte, ma poi ognuno si vada a cercare. Governare gli italiani non è impossibile, ma è del tutto inutile. C’ è un tema di governabilità. C’ è un tema di stabilità di governo ancora oggi fonte era degli anni di un secolo fa, negli anni Venti”.
Guzzetta: “La la drammaticità di questa crisi è sicuramente una spia del fatto che il sistema politico è esso stesso in crisi strutturale. Adesso ci stiamo occupando di come risolvere questa congiuntura, che è una congiuntura sicuramente delicatissima. Ma nel medio periodo il problema della governabilità si riproporrà perché non avremo sempre Draghi. Non avremo sempre, come dire le risorse, il Papa straniero che il salvatore della patria. Esatto. Il fatto che non ci se non ci si preoccupi di questo dato in questo momento è dovuto alla l’imminenza delle esigenze contingenti. Ma il problema di fondo rimane”.