La Contro-Rassegna - 7 Ottobre 2022

Ruby ter e Trattativa bis, Prado: “I segni del male giudiziario”

Ieri il direttore del Riformista, Piero Sansonetti, parlava dell’ennesimo filone del processo Ruby e immaginava che a questo punto non basterà nemmeno il quater. Oggi, sul Foglio, un articolo di Ermes Antonucci si occupa della trattativa bis. Spiegava, in questo articolo, della trattativa Stato-Mafia che, uscita dalla porta di un processo siciliano, rientra ora dalla finestra di un processo calabrese.

Ho pensato a queste due cose, alle parole di Sansonetti e all’articolo di Antonucci perché la motivazione, ciò che spiega l’incaparbirsi della giustizia su fatti non accertati o che hanno ricevuto un responso di giustizia diverso rispetto a quello dell’accusa, questo intestardirsi a processare dipende da una funziona malintesa della giustizia. E’ un discorso che spesso abbiamo fatto da qui, cioè l’idea che la funzione dell’azione giudiziaria sia quello di rimettere a posto la società, naturalmente in senso moralizzante anzi, moraleggiante.

E quindi, a prescindere dagli esiti del processo, ipoteticamente diversi rispetto a quelli che si augurava l’accusa pubblica, a prescindere dai riscontri di giustizia o dalle emergenze processuali, dalle risultanze, se la cosa va male bisogna continuare a processare, inventando nuove ipotesi delittuose perché l’obiettivo non è stato raggiunto. L’obiettivo di accertare i reati? No, l’obiettivo di rimettere a posto, rimetter in riga la società. Questo è il male, forse essenziale, della giustizia italiana.

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