Prado: “Salviamo l’Europa dalle retoriche antimafia del modello italiano”
Oggi su Avvenire c’è un articolo a firma di Vincenzo Spagnolo che ha questo titolo: “La risposta alla narcomafia è globale come la sfida. Gli affari delle droghe e l’attualissimo monito di Falcone”.
L’articolo ricorda la partecipazione di Falcone a un convegno piemontese dove Falcone aveva detto: “Le organizzazioni criminali non hanno problemi di confini, operano con disinvoltura in tutto il mondo per cui ogni ritardo nella cooperazione internazionale per la repressione del fenomeno si rivolge in ulteriori vantaggi per loro”. Sono considerazioni di ordine politico, sociologico, sulla necessità di monitoraggio internazionale.
L’articolo lamenta il pericolo che quella testimonianza di Falcone sia oggi non sufficientemente valorizzato e propone un rimedio. Dice l’articolista: “Se non siamo all’anno zero, tuttavia molto può ancora essere fatto per perfezionare una piattaforma penale antimafia comunitaria”.
Voi ve lo immaginate in Belgio un pubblico ministero antimafia che è quotidianamente in televisione a dire quanto è bravo e quanto la politica è una montagna di m..da? Ve lo immaginate in Portogallo – faccio nomi di paesi a caso – la politica pubblica della realtà antimafia che dice che le carceri sono dei grand hotel? Vi immaginate il movimento antimafia in Francia che fa conferenze stampa a margine dei rastrellamenti di 500 persone, il 99% delle quali poi lasciate libere perché non c’entravano niente? Vi immaginate le televisioni di Stato di altri paesi che organizzano trasmissioni televisive con il magistrato antimafia che fa la sua requisitoria mentre parallelamente corre il processo dove ci sono questi dettagli che sono il diritto di difesa, il diritto al contraddittorio dell’imputato? Vi immaginate questo bell’assetto di modello italiano antimafia se diffuso in Europa?
Povera Europa, lasciamola stare, ha già abbastanza problemi, non ha bisogno di assumere gli atteggiamenti e le politiche e retoriche antimafia del modello italiano.
Di Iuri Maria Prado