Napoli - 17 Dicembre 2021

Omicidio Simone Frascogna, la madre contro la condanna a 30 anni: “Farò vedere le nove coltellate che ha ricevuto”

“Vivo chiedendomi mio figlio quante dolore ha provato quando la lama del coltello gli è entrata e uscita dal corpo per nove volte”. A parlare è Natasha Lipari, mamma di Simone Frascogna, dopo la sentenza di primo grado che ha condannato a 30 anni di reclusione Domenico Iossa, il 20enne che lo scorso 3 novembre 2020 uccise a Casalnuovo (Napoli) il coetaneo al termine di una lite nata per motivi di viabilità. La donna non accetta il verdetto dei giudici della Corte di Assise di Napoli che – così come dichiara l’avvocato della famiglia Alfonso Liccardo – “hanno erogato una pena severa, la massima dopo l’ergastolo”. A Iossa “sono state concesse le attenuanti generiche. Leggeremo nelle motivazioni ma credo che abbiano pesato su questa decisione la giovane età e il fatto che Iossa era incensurato. E’ giusto pensare alla rieducazione, credo sia questo il ragionamento della Corte, ma noi non siamo soddisfatti e siamo pronti ad affiancare il pm Patrizia Mucciacito, che ha fatto un lavoro eccezionale, quando proporrà l’Appello”.

Per la mamma di Simone la condanna a “30 anni non è giustizia, mi aspettavo l’ergastolo perché il 3 novembre 2020 mio figlio è stato condannato alla pena di morte e io, mia figlia Fatima, mio figlio Stefano e mio marito Luigi siamo stati condannati al fine pena mai del dolore. La giustizia italiana – aggiunge – doveva dare un segnale contro queste morti atroci, perché oggi si uccide per il nulla. Simone è morto per il nulla. E’ morto perché tre delinquenti volevano superarlo con l’auto, lui non ha inizialmente accostato per lasciarli passare poi quando l’ha fatto, perché doveva aspettare l’amico che scendesse di casa, è stato aggredito stesso all’interno dell’auto insieme a Luigi”.

Quest’ultimo, Luigi Salomone (che ha riportato 15 giorni di prognosi), è l’amico cui Simone ha salvato la vita. “Mio figlio è stato ucciso per difendere Luigi, l’amico che era in macchina con lui e che è stato il primo ad essere accoltellato, ben tre volte. Simone, che aveva già messo in fuga uno dei tre componenti del gruppo, nel sentire l’urlo dell’amico è tornato indietro”. Poi la tragedia: “Viene pugnalato nove volte, non una ma nove. Una crudeltà atroce, assurda. Poi arriva l’altro ragazzo, un minore, e gli dà pure due calci mentre mio figlio era a terra. Non dimentichiamocelo questo perché chi ha ucciso Simone stava togliendo la vita anche a un altro ragazzo”.

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