
Omicidio Francesco Pio Maimone, Fabbrocini: “Non si è accorto di nulla, troppa omertà tra i presenti”
Una scarpa sporcata da un drink o da un pestone, la lite nata tra un gruppetto di Barra-San Giovanni a Teduccio e un altro del Rione Traiano, e i proiettili esplosi a tradimento, quando il presunto autore Francesco Pio Valda, 20 anni, nell’allontanarsi verso un altro chalet, ha estratto la pistola e ha sparato più volte, prima in aria e poi ad altezza uomo, uccidendo Francesco Pio Maimone, un ragazzo che non era coinvolto nella discussione, mangiava noccioline con gli amici e “abbiamo ragione di ritenere che non si sia accorto di nulla di quanto stesse accadendo intorno a lui”. Anche perché il killer “si stava allontanando dallo chalet dove era avvenuta la lite ed era nei pressi di un altro chalet quando ha sparato”, quindi a una distanza di diversi metri.
A parlare è il capo della Squadra Mobile di Napoli Alfredo Fabbrocini che in una conferenza stampa tenuta in mattinata al terzo piano degli uffici della Questura di via Medina, fa il punto della situazione, premettendo che si tratta solo di un decreto di fermo, in attesa di convalida del Gip del Tribunale di Napoli. Indagini lampo quelle condotte dai poliziotti investigativi e coordinate dalla Procura prima e della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli successivamente. “C’è stata una lite nata per futili motivi. Non è ancora chiaro – precisa – se questa famosa scarpa sia stata sporcata da un drink rovesciato o da un’altra scarpa. Certo è che questo ha dato vita a una discussione tra giovanissimi tra i 18 e i 19 anni. La vittima Francesco Pio non era tra questi – sottolinea Fabbrocini -, era una persona che stava lì al bar con altri due amici, veniva dal quartiere Pianura, diverso da quelli delle due bande che si sono fronteggiate, stava mangiando noccioline ed è stato colpito inavvertitamente, abbiamo ragione di ritenere che non si sia accorto di nulla di quanto stesse accadendo intorno a lui”.