Giustizia - 12 Maggio 2022

“Non si può morire di carcere e in carcere”, lo sfogo di Ciambriello sul detenuto morto a Salerno

Il garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello interviene sulla morte di Vittorio detenuto del carcere di Fuorni, trasportato d’urgenza e deceduto nella notte dell’11 maggio presso l’ospedale Ruggi d’Aragona di Salerno dopo la colluttazione con due agenti penitenziari.

“La magistratura sta indagando sulle cause di questa morte – dichiara – Non si può continuare a morire di carcere e in carcere. 36 anni. Un paio di volte è stato ricoverato nell’articolazione psichiatrica di Fuorni”.
Prosegue: “Questo ragazzo sarebbe uscito libero a ottobre. Dicono che è avvenuta una colluttazione con lui. Dicono abbia aggredito un paio di agenti. Subito dopo si è sentito male e, dicono, sia morto per infarto. Sarà l’autopsia. Saranno le telecamere del carcere. E saranno le testimonianze dei detenuti presenti nella sezione a stabilire la verità di quanto è accaduto”.

Ciambriello discorre poi a proposito del tema della salute mentale dei detenuti e sull’impossibilità dei detenuti con problematiche psichiatriche a stare in carcere. “Ci sono detenuti malati di mente che non devono stare in carcere – commenta – Anzi non devono nemmeno entrare in carcere. Ci sono detenuti, malati di mente, che possono entrare nelle articolazioni psichiatriche. Nel carcere di Sant’Angelo dei Lombardi ci sono 10 posti. Soltanto un posto è occupato da anni da un solo detenuto. Occupiamo anche gli altri 9 posti”.

“Molti detenuti delle carceri campane dovrebbero andare nelle REMS – Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, strutture per gli autori di reati affetti da disturbi mentali – Ne esistono soltanto due, una a San Nicola Baronia in provincia di Avellino e a Calvi Risorta. Sulla scorta della mia relazione, il 3 maggio il Consiglio regionale ha chiesto alla Giunta di creare e promuovere un’altra REMS. Occorre fare presto. Occorre mettere al centro la dignità di queste persone e la tutela della loro salute”.

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