“Non potete bere l’aranciata”, forze dell’ordine costrette a controlli farsa. Lo sfogo: “Vendo l’acqua dopo le 11?”
“Mi dispiace ma non potete bere l’aranciata qui in piazza”. Giardini Nino Taranto in via Aniello Falcone nel quartiere Vomero a Napoli. Sono da poco passate le 13 di domenica 20 dicembre e, con leggero imbarazzo, un agente di polizia prova a far rispettare l’ordinanza numero 98 del governatore della Campania Vincenzo De Luca che dopo le 11 vieta “a bar ed altri esercizi commerciali la vendita con asporto di bevande alcoliche e non alcoliche”, disponendo inoltre “il divieto di consumo di cibi e bibite, anche non alcoliche, nelle aree pubbliche ed aperte al pubblico, ivi comprese le ville e i parchi comunali”.
Un’ordinanza, valevole dal 20 al 23 dicembre (prima della zona rossa disposta dal governo per le festività natalizie) e ufficializzata sabato 19 dicembre poco prima delle 15, che ha scatenato le proteste dei gestori degli esercizi commerciali, molti dei quali già avevano effettuato le provviste per provare a risollevare gli incassi prima del Natale.
Nella piazzetta ci sono appena cinque ragazzi, nessuno beve alcolici. Uno di loro ha in mano una lattina d’aranciata e viene invitato dagli agenti a consumarla in auto perché è vietato berla all’aperto. Con buonsenso i poliziotti invitano il gruppetto a disgregarsi e a consumare la bevanda in auto perché altrimenti “siamo costretti a farvi una multa”.
E’ il caos provocato dall’ordinanza del governatore campano. Nel capoluogo partenopeo sia sabato che domenica le strade sono state affollate da numerosi cittadini in giro per gli ultimi regali natalizi o, semplicemente, per fare una passeggiata (il coprifuoco scatta alle 22). “Non si possono bere bevande analcoliche in strada mentre le vie dello shopping sono affollate di persone, con file interminabili all’esterno dei negozi” protestano diversi gestori di bar e chioschetti.
I ristoratori, sul piede di guerra, hanno annunciato una class action per chiedere il risarcimento danni al governatore De Luca. “Comunicare 12 ore prima queste restrizioni è assurdo. Abbiamo provveduto a comprare derrate alimentare, a sanificare i locali, ad allertare il personale per lavorare almeno per i prossimi quattro giorni prima della zona rossa. Non c’è il minimo rispetto” dichiarano in coro i ristoratori.
Una situazione che ora dopo ora sta diventando sempre più incandescente, rendendo davvero difficile anche il lavoro di controllo da parte delle forze dell’ordine che si ritrovano di fronte vere e proprie situazioni drammatiche.
“Non abbasso la voce, non me la prendo con lei ma devo portare il piatto a tavola. Cosa devo vendere dopo le 11? L’acqua?“. E’ lo sfogo di un dipendente di un bar del centro di Napoli con due agenti della polizia municipale. “Siamo esausti, non mi sfogo con lei. Ieri sono venuti polizia, carabinieri e guardia di finanza che non ci hanno detto di non venderle ma di portare le ordinazioni lontano da qui” prosegue l’uomo.