
Napoli, la battaglia di Gabriella Bruno. Borselli: “L’Italia non supporta disabili e famiglie. Lo sceriffo De Luca intervenga”
Voglio fare una denuncia. La denuncia di una storia che non è salita agli onori della cronaca ma che è una vergogna italiana.
Alle mie spalle vedete Gabriella. Gabriella Bruno ha 31 anni, è di Napoli. Soffre di una tetraparesi spastica dalla nascita, proprio per un problema avuto durante il parto. È una ragazza lasciata completamente sola, insieme alla sua famiglia.
Perché dico così? A Napoli è stato decretato che questa ragazza avesse un problema grave, non gravissimo. Ha difficoltà a parlare, non cammina, ha un uso limitatissimo degli arti, ha bisogno di un’assistenza h24 perché ovviamente non si può gestire da sola, non può stare da sola dentro casa, i genitori hanno dovuto lasciare il lavoro perché giustamente sono costretti a doverla supportare, senza altri aiuti.
Cosa ha detto l’asl di Napoli? “Tagliamo i fondi a questa famiglia perché a noi sembra abbia un problema grave. Non è gravissimo”. Allora, ci chiediamo quale debba essere un problema gravissimo per avere una sovvenzione da parte dell’asl, dal momento che noi paghiamo delle tasse altissime per garantirci più o meno una sanità o un supporto quando accadono alle famiglie problematiche del genere.
Se voi sentite la storia, che potete trovare proprio sul sito del Riformista, vedreste i genitori sfogarsi. Dicono: “Noi campiamo con 450 euro di reddito”. Reddito anche quello decurtato. Prima ne prendevano 650. Prima avevano un’assistenza, una persona che due volte a settimana andava ad assistere Gabriella, ora nemmeno questo. Una volta.
Quindi i genitori hanno dovuto lasciare il lavoro. Si sono indebitati fino al collo, ammettendolo con una grandissima dignità: “Per nostra figlia questo e altro. Abbiamo accumulato debiti su debiti, ma come facciamo. Abbiamo bisogno di supportarla. Abbiamo bisogno di darle una vita dignitosa. E per poterlo fare dobbiamo spendere soldi. Nessuno ci aiuta”.
Vi sembra normale, vi sembra logico, vi sembra giusto che possano esistere realtà come queste? Credo che realtà come quelle di Gabriella ce ne siano tantissime. Sono silenziate, sono nascoste, non guadagnano le prime pagine dei giornali. Per quale motivo? Perché noi dobbiamo vivere in un paese che si definisce civile ma non è in grado di supportare una famiglia con un disabile. Dovrebbe essere la prima regola di civiltà per Noi, che siamo il Paese dei diritti. Scendiamo in piazza. Sbandieriamo per i diritti, gli ultimi, le persone dimenticate.
Ecco Gabriella è una persona dimenticata. È stata dimenticata dallo stato, è stata dimenticata dalla sua regione. Una regione dove c’è un presidente che fa sempre lo sceriffo, col pugno duro quando c’era da mettere in campo le mascherine, attento alla salute dei cittadini, attento affinché stessero a casa. Altrimenti ‘andiamo col lanciafiamme a dargli fuoco, estirpandoli col Napalm’. E poi nella sua regione ci sono realtà come quella di Gabriella che vengono ignorate.
Lì non fa il pugno duro per dire che non può esistere una famiglia si debba far carico h24 di una ragazza del genere. Non siamo in grado di affrontare il tema della disabilità. Questa è una vergogna che non può essere silenziata. Noi non lo facciamo.
Di Hoara Borselli