News - 13 Maggio 2021

Mattia e Salvatore, gli educatori del Rione Traiano: “Così aiutiamo i bambini a stare lontano dalla malavita”

Mattia Spallici e Salvatore Luongo. Sono due educatori della Fondazione Regina Pacis guidata da don Gennaro Pagano e attiva nell’area flegrea di Napoli. Il centro, che ha sede a Quarto, assiste numerosi ragazzi in difficoltà. I tanti progetti, casa papa Francesco, casa Raoul e Integra, proseguono dopo le difficoltà dettate dall’emergenza coronavirus.

Nel Rione Traiano, una delle zone critiche della città partenopea, Mattia e Salvatore seguono una trentina di ragazzini dai 5 ai 12 anni. “Sono ragazzi a rischio, bambini che hanno difficoltà nelle loro famiglie dove c’è la povertà o la devianza criminale. Dobbiamo dare loro delle basi  per cercare di toglierli dalla strada” spiegano.

Durante l’emergenza pandemia, don Gennaro ha ricordato la storia di uno dei bambini assistiti dalla Fondazione. Ciro ha 7 anni ed è un bambino che vive in un quartiere della periferia occidentale di Napoli. E’ chiuso in casa da quasi due mesi e non viene seguito in modo adeguato dai suoi genitori (il papà è attualmente detenuto), che in passato “lavoravano di notte al mercato fiorente dello spaccio domestico spesso dimenticandosi al mattino di svegliare il figlioletto e mandarlo a scuola”.  Ciro, che ogni pomeriggio era seguito dagli educatori del Progetto Integra della Fondazione Regina Pacis (che quando non lo vedevano arrivare lo andavano a prendere fin dentro casa), “non è accompagnato adeguatamente nella didattica a distanza e si troverà al termine di questo caos in una posizione di enorme svantaggio socio-culturale”.

“Il punto centrale – spiegano i due educatori –  non è solo l’apprendimento ma creare un contesto d’amore, dove loro possono sentirsi in famiglia perché spesso vivono in contesti dove tendono a cadere in percorsi sbagliati. I ragazzi  spesso sono seguiti poco dalla famiglia, cercano quella che è un po’ una vendetta, una giustizia a modo loro. Il punto focale di casa Papa Francesco è quello di far riscoprire se stessi, rendersi conto che si è capaci di fare determinate cose senza percorrere strade sbagliate” aggiungono.

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