News - 13 Maggio 2021

Mafia, baci e appalti: blitz contro il mandamento di Tommaso Natale

I carabinieri del comando provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari emessa dall’Ufficio gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, nei confronti di 10 indagati (9 in carcere e 1 ai domiciliari), ritenuti a vario titolo responsabili di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni aggravate, furto aggravato, violazione delle prescrizioni imposte dalle misure preventive.

L’indagine, seguita da un pool di magistrati coordinati dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca, costituisce un’ulteriore fase di un’articolata manovra investigativa condotta dal Nucleo Investigativo di Palermo sul mandamento mafioso di Palermo Tommaso Natale che ha consentito di comprovare la perdurante operatività di quell’articolazione di cosa nostra.

Nel corso degli ultimi anni, il complesso percorso investigativo ha permesso l’esecuzione di numerose operazioni nei confronti degli esponenti del mandamento mafioso di Tommaso Natale tra cui ‘Oscar’ (2011), Apocalisse (2014) e Talea (2017) in cui era stata cristallizzata la reggenza di Francesco Paolo Liga (figlio dello storico boss Salvatore Liga, detto ‘u Tatenuddu’), poi affiancato, a partire dalla sua scarcerazione avvenuta nell’ottobre 2015, da Giuseppe Biondino (figlio di Salvatore, l’autista di Totò Riina), arrestato di nuovo nel gennaio 2018.

L’operazione Teneo, prosecuzione dell’indagine Talea, aveva un deciso impulso con il monitoraggio di Vincenzo Taormina, imprenditore del settore movimento terra particolarmente vicino a Francesco Paolo Liga, documentando una serie di dinamiche associative che ruotavano intorno alla figura di quest’ultimo.

La reggenza mafiosa di Francesco Paolo Liga era però caratterizzata da una scarsa efficacia ed era vissuta negativamente da molti affiliati, i quali riponevano grandi aspettative per un rinnovato potenziamento di cosa nostra nella scarcerazione (febbraio 2017) eccellente di Giulio Caporrimo (e poi di Nunzio Serio e di altri affiliati arrestati nell’operazione Oscar), di cui magnificavano la capacità di comando, il carisma e l’influenza nella dinamiche mafiose (“cento carati…” e “l’hai sentita la buona notizia? E’ uscito Giulio, è uscito”). In effetti, gli equilibri mafiosi si spostavano immediatamente in favore dello stesso Caporrimo e di Serio, con un evidentemente ridimensionamento di Liga, senza che venisse comunque esautorato.

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