
Liguori: “Draghi e Macron parlano due lingue diverse. Uno segue le regole dell’Ucraina, l’altro non vuole umiliare Putin”
Ospite a Stasera Italia su Rete 4, il direttore editoriale di Riformista Tv e Tgcom24 Paolo Liguori sul viaggio del presidente Draghi a Washington: “Contano due cose. Draghi ha detto che si farà la pace secondo le regole che vuole l’Ucraina. Macron ha detto che bisogna non umiliare Putin. Noi in Italia diciamo che Draghi è il capofila di un fronte europeo”.
Dunque, Liguori s’interroga: “Ma questo fronte europeo parla la lingua di Macron o la lingua di Zelensky, Draghi e anche di Biden? Sono due lingue diverse. Se non bisogna umiliare la Russia non è che si può essere trionfalisti e mettere le armi della Nato, oltreché in Ucraina, anche in Finlandia”.
Sulla richiesta di adesione da parte della Finlandia alla Nato: “Non ha un effetto bellico, bensì soltanto psicologico, che raggiunge il suo effetto quando quegli altri dicono ‘se ci arrivate alla gola, allora possiamo usare le bombe nucleari’. Questa iperbole, questa barbarie, deve finire. Bisogna parlare la lingua delle trattative di pace.”
Prosegue poi sul significato e sulla valenza della parola: “La pace giusta è quella che si fa secondo i desideri dell’Ucraina, con l’aggiunta di Zelensky che dice ‘non cederemo nemmeno un metro di terreno’. Ma perdonate i miei capelli bianchi – spiega – non c’è una guerra nel mondo che è finita senza un trattato in cui qualcuno ha ceduto dei metri di terreno. L’Austria ha ceduto l’Ungheria, la Lombardia e il Veneto. Noi abbiamo ceduto l’Istria, la Dalmazia e Fiume. Le abbiamo cedute con un trattato di pace sottoscritto da un governo e un parlamento”.
Sulla situazione in parlamento: “Qui c’è un governo che parla col nome del presidente del consiglio. Ma il parlamento non si riunisce, non ratifica. Qualcuno ride ‘Eh ma che importa cosa dice Conte…’. Ma Conte, finché non si andrà a rivotare, rappresenta il gruppo di maggioranza relativa più importante. Io rimango parlamentarista”.