Legge elettorale, Ceccanti (PD): “Non esistono le condizioni per cambiare il Rosatellum”
Ma non prima di aver ricordato un gigante della storia politica, Ciriaco De Mita, ex primo ministro e storico leader della Democrazia Cristiana. Ceccanti: “Ho conosciuto De Mita in due momenti storici. Il primo all’inizio degli anni ’80 da presidente della Fuci – i giovani Democratici cattolici –. La seconda volta fu nel ’90 quando Andreotti mise la fiducia per quattro volte contro l’elezione diretta del sindaco. Con il vertice della sinistra Dc facemmo un incontro per capire se fosse il caso di incominciare una raccolta di firme per il referendum, quello per il quale si votò poi nel ’91 grazie alle firme decisive proprio di De Mita. In un altro episodio, De Mita da presidente del consiglio aveva ordinato il nuovo regolamento anagrafico, sistemando la figura delle convivenze di fatto, anche se non si aveva il matrimonio. Anche su questo si rivelò notevolmente innovatore”.
La discussione passa sulle riforme costituzionali nel corso della legislatura, spesso per accontentare la pancia dei pentastellati. In rassegna, si incomincia dalla riduzione di un terzo del numero dei parlamentari. “Era dagli anni ’80 che si diceva che mille parlamentari che facessero la stessa cosa non avevano senso. Fare questa cosa va bene. Dopo però come si completa il disegno? Da 945 persone siamo passati a 600 persone. Perché non metterle tutte insieme? Ciò semplificherebbe molto le cose. Abbiamo fatto una cosa giusta che ci costringere verso la direzione di far lavorare il parlamento in seduta comune”.
Sui regolamenti di Camera e Senato: “I lavori sono delle giunte sono a buon punto. Arriveranno in aula nelle prossime settimane. Il problema è se ci si accontenterà di cose minime, come il numero di parlamentari per fare un gruppo”.
Capitolo riforma elettorale. In particolare, qualcuno come Conte vuole rivedere la soglia di sbarramento al 5 percento. Su cosa farà Letta, Ceccanti: “A 10 o 11 mesi dalle elezioni, la riforma si può fare solo se siamo convinti tutti. Sullo sbarramento al momento non ci sono accordi di nessun tipo, e neanche si intravedono. Niente sarebbe di più sbagliato che fare una riforma con una ristretta maggioranza. Qualcuno potrebbe poi essere accusato di aver fatto una legge elettorale a suo favore. Ne discuteremo con calma dopo le amministrative ma questa è una condizione politica necessaria. Al momento non esistono le condizioni obiettive per cambiare la legge elettorale”.
Oltre le riforme come procede l’alleanza tra Democratici e 5 Stelle: “Innanzitutto le alleanze e le coalizioni si fanno dai rapporti di forza che decidono gli elettori. Chiunque voglia fare un’alleanza al di là del centro-destra, sa che il primo partito del centro-sinistra con un piano programmatico chiaro è il Pd. Obiettivamente, in questo momento su quello che fa al governo il ministro Di Maio c’è una totale coincidenza di punti di vista col Pd. Di Maio governa in pieno asse con Draghi per quanto riguarda la politica estera. Ci sono delle frizioni con l’ex presidente Conte su un punto non negoziabile: la politica europea e atlantica. E questo è un problema interno piuttosto rilevante”.
Si discorre di referendum, in previsione del prossimo 12 giugno e su quanti nel Pd vogliono votare per almeno 3 si: “Non lo so. In questo momento all’interno del Pd la priorità sono le elezioni amministrative. Allo stesso modo abbiamo promosso un appello affinché le persone prendano posizione”. Su come voterà Ceccanti: “Voterò tre si. Gli argomenti che si sovrappongono alla riforma Cartabia li abbiamo già discussi in parlamento”. Le perplessità di Letta: “Preoccupato per due quesiti che non c’entrano nulla con la riforma Cartabia. Severino ha qui due pezzi: quello sulla sospensione degli amministratori locali e regionali per sentenze non definitive ormai non lo difende più nessuno. C’è però il problema delle condanne definitive. Allora prima di dire che ‘si sbraca’ su condanne definitive rispetto ad incandidabilità e decadenza chiunque ne starebbe attento. Sulla carcerazione tutti sappiamo che abbiamo problemi su un eccesso di misure cautelari. Credere che si possa risolvere sforbiciando sul criterio della nuova reiterabilità del reato è dubbio”.
“Letta – prosegue Ceccanti – era preoccupato per queste due questioni. In generale, un grande partito dice 5 si o 5 no. AL netto della situazione, ha lasciato tema libero”. È il momento di parlare della riforma Cartabia: “Abbiamo 10 giorni di stop in vista delle amministrative. Tuttavia più sì si sommeranno rispetto ai quesiti sovrapposti alla Cartabia tanto sarà forte la spinta ad approvarla subito”.
Se la convergenza delle amministrative nella stessa tornata del referendum possa dare una spinta al quorum, Ceccanti: “Al di là del risultato assoluto è molto difficile in questo 12 giugno con quesiti un po’ tecnici e campagna scarsa raggiugere il quorum. Anche ai fini dell’approvazione della riforma Cartabia, almeno su quei tre io invito chiaramente a votare si”.