La Lega usa Berlusconi contro Ius Scholae: è scontro con Tajani
La scontro tra Lega e Forza Italia viene cristallizzato al Meeting di Rimini e chiama in causa anche Silvio Berlusconi, utilizzato dal Carroccio per smontare lo Ius Scholae lanciato dal partito guidato da Antonio Tajani. Tensione alle stelle nella maggioranza di Giorgia Meloni, in attesa del primo vertice dopo l’estate in programma il 30 agosto prossimo a Palazzo Chigi.
“Ascoltate le parole – inequivocabili – del grande Silvio. ius Soli e ius Scholae? No, grazie” si legge in un post su Instagram del partito di Matteo Salvini (già alle prese con la scissione lampo di Vannacci). Il filmato è relativo a un’intervista nel salotto di Fabio Fazio, dove il fondatore di Forza Italia diceva: “Non bastano questi dati di frequentazione di un ciclo scolastico, di sapere l’italiano, occorre che questo ragazzo sia sottoposto a un esame. Noi lo ius soli non lo vogliamo, intanto perché i trafficanti d’uomini avrebbero un argomento forte per dire: ‘Guardate che in Italia si conquista la cittadinanza italiana molto più facilmente che per il passato'”. “Alcune di queste persone – proseguiva Berlusconi – che abbiamo avuto modo di conoscere ancora vogliono la donna segregata e velata, odiano i cristiani, odiano gli ebrei, odiano la civiltà occidentale, odiano lo Stato italiano. Non si può dare a loro la cittadinanza italiana soltanto perché hanno frequentato una scuola, ma sono nella loro famiglia rimasti quelli che erano. E, per esempio, hanno parole di comprensione per il terrorismo. Non è possibile”.
La replica di Tajani: “Non utilizzare Berlusconi che diceva altro”
Immediata arriva la replica, stizzita, di Tajani che invita la Lega a non strumentalizzare le parole dell’ex presidente del Consiglio scomparso lo scorso giugno 2023. “Non faccio polemiche. Credo di conoscere bene il pensiero di Berlusconi e non credo che Berlusconi debba essere utilizzato per fare polemiche politiche” attacca Tajani. “Io non ho fatto e non intendo fare polemica politica con nessuno. So quello che diceva Berlusconi e – spiega – lui si riferiva a un percorso di studi di 5 anni. Noi diciamo che serve un corso di studio completo, quindi la scuola dell’obbligo fino a 16 anni con il raggiungimento del titolo. Questa è una linea che garantisce molta più integrazione di quella prevista dalla legge attuale”.