Il Comune la sfratta, Grazia muore. Il messaggio all’avvocato: “Sono quasi cieca e malata di cuore”
Viveva insieme al figlio in una casa di 35 metri quadri Grazia Resicato, la donna di 78 anni deceduta sabato scorso, 4 luglio, all’ospedale Cardarelli di Napoli dopo essere stata colta da un malore il giorno precedente. Da settimana denunciava la diffida a liberare l’appartamento ricevuta dal comune di Napoli e, nello specifico, dalla Napoli Servizi, la società che gestisce il patrimonio immobiliare dall’amministrazione comunale guidata da Luigi de Magistris.
Dopo anni in attesa in graduatoria, nel 2012 la signora Grazia è riuscita ad ottenere un alloggio popolare in via Posillipo (civico 167) e pagava una quota mensile di circa 100 euro. Cifre finite poi nel mirino della Corte dei Conti perché considerate troppo basse rispetto al quartiere in cui si trova la casa. “Non era un’abitazione vista mare ma affacciava sul lato interno, dove c’è il deposito dell’Anm” precisa il legale della famiglia Angelo Pisani. “Tra l’altro – aggiunge – l’immobile era fatiscente quando la donna è entrata e col tempo ha provveduto a renderlo vivibile”.
Grazia a inizio giugno aveva ricevuto la lettera della Napoli Servizi che come oggetto aveva la “riacquisizione dell’immobile” il cui contratto (4+4) era in scadenza e doveva essere lasciato entro e non oltre il 7 luglio 2020. Tuttavia, causa anche l’emergenza coronavirus, la Commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento al decreto Rilancio che sospende tutte le procedure esecutive di rilascio fino al 31 dicembre 2020. Circostanza questa che
Grazia soffriva di diverse patologie. In un video girato nelle scorse settimane e inviato al Riformista dal legale Angelo Pisani, la donna così commentava la vicenda: “Sono malata pure avvocato, vado verso la cecità. Sono operata di cuore e questa situazione potrebbe portarmi un altro infarto. Tra l’altro – aggiunge- il Comune non mi ha nemmeno indicato una soluzione alternativa, un altro posto dove andare a vivere”.