Guerra, Bertinotti: “Che l’Europa torni a farsi ponte e non fortezza”
Penso che in questa guerra, così come in molte altre, nessuno possa vincere. Ritorniamo sempre lì, perché la vera contesa è tra chi pensa che una delle due parti debba vincere e chi invece crede che entrambi debbano scendere a compromessi. Senza che l’individuazione della responsabilità della guerra offuschi la sua risoluzione. Ad esempio, i successi che la Cina sta mietendo dal punto di vista diplomatico, sono senz’altro da tenere in considerazione, pensiamo al ruolo che potrebbe avere la Cina di Xi se si rivelasse un mediatore fondamentale nella risoluzione del conflitto tra Russia e Ucraina.
Per quanto riguarda la situazione caro bollette, gas, va detto che si combinano due fattori: uno speculativo (l’aumento dei prezzi c’era già prima della guerra, che ha solo acuito il problema) e secondo le politiche neo scettiche. Di fronte a tutti questi problemi ecologici che abbiamo vi sembra il caso di riattivare il carbone? L’unica cosa che dobbiamo fare è fermare la guerra. Altrimenti le situazioni imploderanno. Non c’è possibilità se non questa, altrimenti rischieremo la catastrofe.
Fuori dal campo dell’Occidente e dell’Europa cresce un protagonismo che non riguarda soltanto la potenza economica quanto piuttosto un tessuto di alleanze e questa di Samarcanda si aggiunge alla protezione che si è costruita attorno alla via della seta, alla neutralità del conflitto. Samarcanda è una grande cosa. Come l’Europa non capisca che ha qualcosa da dire sul suo futuro in questo contesto è incredibile. L’Europa deve farsi ponte, non fortezza.