Gozi: “Ambrogio Crespi vittima di errore giudiziario, grazia è riparazione”
“Enzo Tortora, una ferita italiana. Una ferita che continua a sanguinare nei corpi di tante, troppe vittime dell’ingiustizia italiana. Ambrogio Crespi lo ha prima documentato in un film, poi ha vissuto sulla propria pelle lo stesso film. Assurdo!”. A dirlo è l’eurodeputato Sandro Gozi, intervenuto con un video alla presentazione a Roma di ‘Compresenza’, di Sergio D’Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino, e Ambrogio Crespi (scarcerato il 23 giugno scorso dal Tribunale di Sorveglianza di Milano che, in seguito alla domanda di grazia, ha accolto la richiesta di differimento della pena). Un incontro con varie testimonianze al termine del quale è stato proiettato il film di Crespi ‘Spes contra spem – Liberi dentro’. “E’ quello che ci ha insegnato Marco Pannella – ha affermato Gozi -, sì, noi siamo ‘liberi dentro’ e abbiamo anche una bellissima Costituzione che parla di umanità, che dice che la pena è rieducazione e non è vendetta, ma in questo caso la pena è inutile. Sì, inutile. Non lo dico io, lo dicono i giudici di Milano. Dobbiamo leggere tutti le carte”. “Dai presunti fatti – sottolinea Gozi – è passato molto tempo. Un tempo dedicato da Ambrogio alla legalità, all’impegno nella famiglia, nella società, nel lavoro. Ambrogio oggi, e non solo oggi, è un esempio positivo per tutti noi, e deve avere una riparazione per le ingiuste sofferenze. E io sono veramente convinto che la grazia sia la sola riparazione possibile”.
“Ambrogio – afferma Gozi – è vittima di un grave errore giudiziario. Non è un mafioso, non lo è mai stato, non è mai stato sistematicamente asservito alle richieste mafiose. I fatti sono lontani, e da quei fatti ha condotto una vita esemplare. Io sono sempre convinto che un uomo non sia mai il suo errore, anche in casi di crimini molto gravi e ben verificati. Ma in questo caso Ambrogio non ha commesso nessun errore, ma è vittima di un errore”. “Un errore – conclude Gozi – a cui va messa il prima possibile la parola fine. Non esistono pene da eseguire a tutti i costi. E i casi come questi, come quelli di Ambrogio, diventano una doppia ingiustizia. Sì, perché la giustizia non è solo forma, la giustizia è soprattutto sostanza, e noi vogliamo la sostanza per Ambrogio. Noi chiediamo la grazia per Ambrogio Crespi”.