Governo, al via le consultazioni. Sansonetti: “I numeri non bastano, bisogna far politica e forse la Meloni ne ha fatta poca”
Uno dei più importanti governi che ha avuto l’Italia fu il governo di unità nazionale varato nel 1978 dopo l’accordo fra la Dc e il Pc, fra Moro e Berlinguer. La sera prima della presentazione della lista dei ministri prima e della fiducia poi, Berlinguer lesse la lista e disse: “Noi questi nomi non li possiamo accettare” e l’Unità uscì con un articolo in cui diceva ‘va tutto all’aria’. Molto tragicamente poi la cosa non andò all’aria perché quella mattina in cui Berlinguer aveva deciso di votare No ci fu il rapimento Moro e cambiò tutto.
Vi ho raccontato questo episodio per dirvi che succede spesso che le fibrillazioni siano fortissime. Questa volta però non è una fibrillazione solo sul nome dei ministri, è su alcuni grandi temi. C’è la questione della giustizia, ora vediamo se con Nordio si sia aggiustata, e poi la grande questione della politica estera: sono uscite le ‘manine’, anzi mani molto forti, che hanno tirato fuori discorsi che Berlusconi ha fatto ai parlamentari di Forza Italia nei quali esprime una linea di politica estera molto diversa da quella della Meloni. Molto diversa da quella che dovrebbe essere la linea del governo. Non è una linea fortemente atlantista. Il ministro degli Esteri dovrebbe essere Tajani, cioè un uomo di FI.
La vicenda è molto complicata perché alle volte si dice che c’è una maggioranza così netta ma non è che quando c’è una maggioranza la politica scompare. La politica resta e se si pensa che si risolva tutto solo coi numeri si pensa male, bisogna far politica, forse la Meloni ne ha fatta poca e ha lasciato che esplodesse la mina Berlusconi. Berlusconi è uno che la politica la sa fare, non è uno che si tira indietro in battaglia.